Con un machete in un negozio. Sembra essere questa la nuova normalità italiana dove, quasi quotidianamente, uno straniero si rende protagonista di un fatto di cronaca violento. Uno degli ultimi arriva da Nichelino, città alle porte di Torino, dove un immigrato nordafricano ha fatto irruzione in un negozio armato di un machete, minacciando avventori e passanti. Apparentemente alterato dagli effetti dell'alcol, o di altro, l'uomo ha brandito a lungo l'arma avvicinandosi ai presenti prima che arrivassero i carabinieri.
A intervenire è stato il nucleo radiomobile di Moncalieri con una pattuglia di militari dell'Arma, che al loro arrivo hanno trovato l'uomo, ancora in stato di alterazione, con in mano il machete. Quando i carabinieri hanno cercato di avvicinarsi, ha aggredito anche loro e le operazioni di arresto si sono dimostrate più complicate del previsto. I militari sono stati costretti a usare il taser per neutralizzarlo e riuscire a portarlo sulla vettura, che l'ha poi condotto in caserma. Per lui è scattato l'arresto con le accuse di minacce, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di armi.
A seguito delle indagini è emerso un dettagli di non poca rilevanza: lo straniero, infatti, risultava già noto alle forze dell'ordine in ordine ad alcuni reati pregressi. Ma, soprattutto, di recente era stato arrestato per gli stessi identici reati, solo che era stato rimesso in libertà in seguito a un'udienza del tribunale. Ancora una volta, nonostante il complicato lavoro delle forze dell'ordine per assicurare alla legge i criminali che popolano il nostro territorio, si trovano giudici che vanificano ogni sforzo. Il machete è stato sequestrato e l'uomo si trova attualmente in stato di arresto ma in sede di giudizio potrebbe tornare nuovamente libero.
A Torino come a Milano, Roma e in tutte e altre città italiane, soprattutto le più grandi, queste sono scene di ordinaria amministrazione per le forze dell'ordine. Tuttavia, gli stessi agenti si lamentano di fare un lavoro enorme per riuscire a fermarli, spesso rischiando la vita, senza che poi vengano davvero puniti per i loro reati.
Il caso più eclatante è quello del poliziotto finito sotto indagine per aver sparato (alla spalla) a uno straniero che brandiva sassi e una fionda, a seguito dell'inefficacia del taser. L'agente è indagato per aver fatto il suo lavoro mentre lo straniero si aggira per Milano, potenzialmente libero di minacciare e mettere ancora in pericolo la vita dei cittadini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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