Poliziotti derisi, minacciati e costretti a lavorare come camerieri, psicologi e assistenti sociali per i migranti nel Cpr di Milano per evitare rivolte: questa è stata la denuncia di Pasquale Griesi, Coordinatore nazionale reparti mobili del sindacato di polizia Fsp, a ilgiornale.it dopo l'ultima sommossa che ha richiesto l'intervento delle forze dell'ordine in via Corelli. Migranti che ridono degli agenti, che si riprendono mentre lo fanno e che documentano la vita all'interno del centro di permanenza per i rimpatri con i loro smartphone, nonostante sia espressamente vietato effettuare riprese, come indicato dai cartelli. Una situazione frustrante per gli agenti che quotidianamente sono impegnati a mantenere l'ordine all'interno del centro.
"La situazione del Centro di permanenza per i rimpatri di via Corelli, oramai, è totalmente fuori controllo. Oltre alle continue rivolte dei detenuti nei confronti degli agenti delle Forze dell'Ordine, siamo arrivati al punto che questi irregolari riprendono con video e foto l'attività lavorativa dei poliziotti e poi, non contenti, si divertono a postarli sui Social e sulle piattaforme web con musiche arabe e sfottò vari come sottofondo", ha dichiarato il deputato, ed ex vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato. Le immagini che rimbalzano sui social sono uno sfregio ai servitori dello Stato da parte di stranieri, irregolari sul territorio nazionale, che si trovano in quelle strutture perché autori di qualche tipo di reato grave e sono in attesa di espulsione.
"A tal proposito presenterò un'interrogazione parlamentare al ministro degli Interni Piantedosi affinché si intervenga immediatamente tutelando il respingimento del rimpatrio degli stranieri e sostenendo gli agenti di Polizia, nel Centro di via Corelli", ha aggiunto l'onorevole di Fratelli d'Italia, sottolineando che questo tipo di istituti sono "fondamentali per trattenere delinquenti, malviventi e criminali in attesa delle loro espulsioni e vanno preservati e tutelati al massimo". Mentre la sinistra ideologica di questo Paese, incapace di valutare quale sia la soluzione migliore per il bene dell'Italia o, forse, incurante della necessità di ristabilire la sicurezza sul territorio, chiede la chiusura di questi centri, le forze dell'ordine ne garantiscono la sostenibilità.
Il governo intanto va per la sua strada e studia il sistema migliore per la gestione di questi centri, prevedendo l'apertura di quattro nuovi cpr, in altrettante regioni, nel più breve tempo possibile. Sono al momento circa 1000 i posti a disposizione nei cpr, troppo pochi per quella che sarebbe l'effettiva necessità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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