La strage in mare, poi la fuga in Austria: un turco 28enne dietro il naufragio di Cutro

È stato arrestato il quarto presunto scafista dell'imbarcazione naufragata a Crotone: è un cittadino turco di 28 anni. Era riuscito ad allontanarsi e a rendersi irreperibile

La strage in mare, poi la fuga in Austria: un turco 28enne dietro il naufragio di Cutro

Era riuscito ad allontanarsi e a rendersi irreperibile, ma alla fine è stato rintracciato in Austria e ora si attende che la giustizia faccia il suo corso per fare chiarezza sulle responsabilità del naufragio avvenuto al largo delle coste calabresi. È stato arrestato il quarto presunto scafista dell'imbarcazione che all'alba del 26 febbraio scorso è stata spezzata dalle onde provocando 72 morti, anche se il numero delle vittime potrebbe salire nei prossimi giorni qualora il mare dovesse restituire altri corpi.

Arrestato il quarto scafista

Grazie anche alle testimonianze raccolte tra i superstiti della tragedia di Cutro è stato possibile individuare il cittadino turco di 28 anni, che era riuscito a fare perdere le proprie tracce subito dopo lo sbarco. Nell'ordinanza di custodia cautelare si descriverebbe il ragazzo come "lo scafista che conduceva l'imbarcazione e curava la motoristica del natante". Stando a quanto appreso e riferito dall'Adnkronos, sarebbero state avviate le procedure per l'estradizione del giovane.

Alcuni superstiti avrebbero riferito che "faceva anche il meccanico" quando la barca ha riscontrato dei problemi con il motore. "Sulla seconda imbarcazione l'ho visto più volte guidare", avrebbe raccontato il sopravvissuto. Tra l'altro il 28enne sarebbe stato colui che "abbandonava l'imbarcazione nei pressi della costa senza prestare soccorso ai migranti".

A incastrare il turco sarebbe un video ritrovato sul cellulare dello scafista minorenne detenuto nel carcere minorile di Catanzaro. Nello specifico sull'applicazione Snapchat sarebbero stati rinvenuti dei filmati che sarebbero in grado di dimostrare le responsabilità penali del 28enne, "immortalato alla conduzione dell'imbarcazione e dei due cittadini pakistani che si dimostravano in posizione differenziata rispetto al resto dei migranti".

Proprio ieri Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno, durante il suo intervento in Aula aveva dato conto delle ricerche in corso sul quarto presunto scafista e non aveva escluso importanti novità a breve. E infatti nella serata di ieri è arrivato l'arresto. Al momento sono tre gli altri presunti scafisti individuati in seguito alla disgrazia di pochi giorni fa.

Il piano del governo

Il governo insiste sulla necessità di agire per mettere il bastone tra le ruote all'immigrazione incontrollata e ai trafficanti di esseri umani. Saranno questi i pilastri del provvedimento che finirà sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri, che si riunirà domani pomeriggio a Cutro per dare un messaggio di grande rilievo e confermare l'intenzione di muoversi contro le partenze irregolari e a favore dei flussi controllati.

Come scritto da Francesco Boezi su ilGiornale in edicola oggi, l'accordo in maggioranza è totale anche dopo il vertice tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini: si lavorerà per governare le partenze dai Paesi d'origine e contrastatare gli scafisti e le organizzazioni criminali, costruendo e tutelando il "diritto a non emigrare". Inoltre sono state prontamente smentite le voci relative a presunte divisioni all'interno dell'esecutivo, che invece si muove in maniera compatta per raggiungere il medesimo obiettivo.

Anche secondo il Corriere della Sera si va verso il pugno duro sugli scafisti, tenendo però sempre in considerazione il potenziamento dei corridoi umanitari.

Tra le ipotesi rientra l'innalzamento delle pene e l'introduzione di un'aggravante specifica per chi causa la morte dei migranti. Allo stesso tempo si potrebbe intervenire sulle politiche di accoglienza, ad esempio semplificando le pratiche di riconoscimento del diritto di asilo.

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