Il degrado di Milano esiste, non è solo percezione e il fatto che se ne parli poco non vuol dire che sia in diminuzione. Anzi. La città amministrata da Beppe Sala sembra aver intrapreso una china pericolosa, inarrestabile, verso un baratro ormai certo. Dal centro alle periferie, non esistono più zone sicure a Milano, non esistono più luoghi in cui un cittadino, soprattutto se è donna, può sentirsi protetto. Ma ci sono delle aree del capoluogo lombardo che sono off-limits, dove non conviene addentrarsi se si vole salva la pelle. Si trovano soprattutto in periferia e sono principalmente quelle caratterizzate dalle occupazioni abusive degli "invisibili", gli irregolari che sono arrivati a Milano nella convinzione di trovare qui la bella vita e, invece, sono finiti ai margini, preda della criminalità, senza possibilità di futuro e di speranza. Illusi da un sistema che li ha usati a fini politici senza valutare le conseguenze dell'accoglienza indiscriminata.
"Abbiamo effettuato in questi giorni un sopralluogo nel cantiere abbandonato di Via Stamira d'Ancona, a pochi passi da Viale Monza. Un progetto ormai bloccato da anni, con un immobile lasciato all'incuria e al degrado, senza barriere di sicurezza. Abbiamo trovato numerosi immigrati irregolari al suo interno che vivono in condizioni pietose, tra i rifiuti", hanno dichiarato l'onorevole Silvia Sardone, europarlamentare della Lega e consigliere comunale a Milano, ed Edoardo Solazzo, capogruppo Lega in Municipio 2. I due esponenti leghisti hanno verificato le condizioni di una delle zone maggiormente segnalate dai cittadini, che sono ormai esausti di vivere nella paura, quasi prigionieri in casa propria per paura di subire qualche reato.
"Alcuni di essi, provenienti dal Bangladesh o dal Nord Africa, erano visibilmente sotto l'effetto di droghe e alcool e hanno ammesso che ci sono spesso risse e richieste di soldi per dormire nello stabile. È una situazione indecente, i residenti sono esasperati e non ne possono più di questa presenza di delinquenti a pochi passi dalle loro case. Abbiamo sollecitato le istituzioni, sia il Municipio che il Comune, più volte senza avere risultati. Il Comune ha il dovere di intervenire se non lo fa la proprietà, esercitando i poteri sostitutivi", hanno proseguito i due, facendosi portavoce dei cittadini onesti, che pagano le tasse e vorrebbero vivere in una città sicura e non degradata.
"Chiediamo che la giunta si impegni per risolvere questa situazione, visti i quattro incendi in pochi mesi e l'accoltellamento di un giovane a pochi metri dall'immobile occupato. Non è possibile avere una centrale dello spaccio a pochi passi da un parco frequentato da famiglie", hanno concluso.
E di situazioni come queste, a Milano, ce ne sono davvero tantissime, che esasperano i residenti che, al culmine della loro rabbia per come è ridotta la città, spesso decidono di lasciarla per andare a vivere in provincia.
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