Ventiquattro ore dopo la denuncia presentata dalla famiglia, arrivano le prime novità sul procedimento aperto dalla procura di Roma sulla morte del giornalista e conduttore La7 Andrea Purgatori. Sono due le persone iscritte nel registro degli indagati, entrambe operative in una struttura di diagnostica della Capitale: nei loro confronti l’accuse è di omicidio colposo.
Scomparso lo scorso giovedì in un ospedale romano, Purgatori era stato colpito da un tumore ai polmoni e da alcuni problemi cerebrali. Nella giornata di venerdì verranno sequestrate le cartelle cliniche del giornalista presso le cliniche dove il giornalista era in cura. L’atto sarà eseguito dai carabinieri, coordinati dai magistrati capitolini. Le indagini accenderanno i riflettori sui già citata problemi cerebrali: secondo i cari dello scrittore, una radioterapia non appropriata potrebbe aver accelerato il decesso.
Gli inquirenti dovranno chiarire se Purgatori avesse o meno delle metastasi al cervello come sembrerebbe essere emerso dalle radiografie nella prima clinica che ha seguito il giornalista. Secondo quanto ricostruito, gli accertamenti avvenuti in un’altra struttura non avrebbero invece segnalato metastasi. Secondo i medici, le lesioni sarebbero state segni di una ischemia. Da qui la denuncia dei familiari circa errori nella diagnosi e nelle cure sbagliate.
Molte risposte arriveranno dall’autopsia in programma la prossima settimana, nella giornata di lunedì. Se l’esame confermerà la presenza di metastasi, si andrebbe verso l’archiviazione; in caso contrario, ci sarà una battaglia tra medici legali, consulenti e periti del settore. Ma non solo. I magistrati ascolteranno gli esperti coinvolti nelle cure di Purgatori e che hanno monitorato il suo stato di salute dal 24 aprile al 19 luglio.
Rappresentata dall’avvocato Gianfilippo Cau con i colleghi Alessandro e Michele Gentiloni Silveri, la famiglia del volto di “Atlantide” ha chiesto alle autorità di accertare "la correttezza della diagnosi refertata a Purgatori in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie".
Il riferimento è alla già citata radioterapia al cervello che potrebbe aver avuto un ruolo nella prematura scomparsa del settantenne. Spetterà ora all'inchiesta della procura romana - coordinata dal sostituto procuratore Sergio Colaiocco, mentre il titolare è Giorgio Orano - accertare eventuali responsabilità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.