E alla Statale spuntano le sigle dei terroristi

Sui cartelloni dei collettivi accampati a Milano, le firme usate dai combattenti delle brigate islamiste

E alla Statale spuntano le sigle dei terroristi
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Le «acampade» per la Palestina, come gli attivisti chiamano i campeggi non autorizzati nelle università, si stanno diffondendo in diverse città italiane, da nord a sud. Nascono gruppi Whatsapp, Instagram e Telegram e qui i nostri si scambiano informazioni e commenti sull’attualità. Ed è proprio in uno di questi canali in cui siamo infiltrati che è stata pubblicata una serie particolare di immagini ripresa presso la Statale di Milano, dove è stato allestito il banchetto «crea il tuo meme adesivo».

Un’iniziativa ilare per i sostenitori di Gaza, che nelle chat rifiutano l’idea di una Striscia libera da Hamas, che però presenta un dettaglio molto particolare. Effettuando lo zoom su una particolare fotografia, che ha ripreso un cartellone con sopra alcune immagini di una nota cantante americana, si nota che alla stessa sono state applicate in post produzione le tipiche fasce che indossano i combattenti delle brigate islamiche.

Ci siamo fatti aiutare dalle forze dell’ordine per individuare con certezza i simboli presenti su quelle «band» e la risposta ottenuta ha confermato che, probabilmente, all’interno delle nostre università la situazione a qualcuno sta sfuggendo di male.

In particolare, ci è stato spiegato che i simboli presenti sulle fasce sono riconducibili alle brigate dei combattenti palestinesi, alcune dei quali fiancheggiano Hamas. Si vuol sperare che le grandi intelligenze che hanno organizzato quel banchetto nella rispettabile Università Statale di Milano siano inconsapevoli del significato di quei simboli e che il loro sia solamente conformismo spicciolo applicato, perché l’alternativa sarebbe preoccupante.

Infatti, tra le varie sigle che compaiono c’è quella dei «Comitati di resistenza popolare», una delle fazioni armate che fiancheggiano Hamas a Gaza. Nel loro simbolo, come si nota in una delle fasce, è presente un fucile d’assalto. I loro miliziani sono attivisti del jihad e nel tempo sono stati coinvolti in diversi attentati dinamitardi contro Israele.

Non certo qualcosa su cui ridere sopra, come fanno gli studenti per la Palestina. Il leader dei «Cpr», Rafat Harb Hussein Abu Hilal, è stato ucciso nel corso di un raid condotto da Israele lo scorso ottobre a Gaza.

Tra le varie «band» si riconosce anche quella con il simbolo, ben più noto, del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, un’organizzazione che punta alla distruzione di Israele. Sia la sua ala politica che militare sono inserite negli elenchi delle organizzazioni terroristiche in Europa e negli Stati Uniti.

E non è certo la prima volta che nel nostro Paese compaiono simboli inneggianti i tagliagola e gli estremisti islamici, come si è visto nelle manifestazioni che per settimane hanno attraversato le nostre città, nella maggior parte dei casi animate dagli stessi che oggi si trovano nelle «tendopoli» delle università.

Questi simboli, legati a organizzazioni terroristiche islamiche, sono stati già visti anche nelle università americane, dove il livello della protesta è a un livello superiore rispetto a quello italiano. E ci si chiede come tutto questo possa essere accettato.

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