Un prof di italiano per gli alunni stranieri: cosa cambia nella scuola

L'importante novità, inserita all'interno del decreto firmato dal ministro dell'Istruzione Valditara, partirà dall'anno scolastico 2025/2026

Un prof di italiano per gli alunni stranieri: cosa cambia nella scuola
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Il mondo della scuola si prepara ad accogliere un'importante novità, ovvero quella dell'introduzione del ruolo dell'insegnante di italiano che avrà il compito di aiutare gli alunni stranieri a restare al passo con il resto della classe.

Si tratta di uno dei punti focali del decreto firmato dal ministro Giuseppe Valditara, approvato poco più di un mese fa dal Consiglio dei ministri. "Interveniamo sul tema dell'integrazione scolastica degli alunni stranieri", aveva spiegato il titolare del dicastero dell'Istruzione e del Merito,"il 30% dei ragazzi stranieri si disperde, il 22% non ha competenze sulla lingua italiana. Le scuole saranno obbligate ad accertare la conoscenza della lingua italiana per gli studenti di prima immigrazione".

Nell'articolo 11 del sopra citato decreto sono indicate proprio le Misure per l’integrazione scolastica degli alunni stranieri. A partire dall'anno scolastico 2025/2026 nelle classi composte almeno dal 20% di studenti di origini straniere con significative carenze nella conoscenza della lingua sarà introdotta la figura di insegnanti che avranno lo specifico compito di insegnare l'italiano, svolgendo "lezioni di potenziamento" e affiancandosi quindi al lavoro svolto dagli altri docenti.

Il primo passo, ovviamente, sarà quello di determinare le reali competenze linguistiche degli alunni, un delicato passaggio che si affronterà anche grazie al prezioso supporto dei Cpia, i Centri provinciali per l'istruzione degli adulti. A chi sarà dedicata questa novità? Stando a quanto riferito dal ministero, parlare di "studente straniero" non significa semplicemente riferirsi a un alunno di origini non italiane, bensì a uno che si approccia per la prima volta al Sistema nazionale di istruzione e palesa gravi lacune nella lingua italiana che non gli consentirebbero di restare al passo col resto della classe. Dopo l'accertamento delle sue competenze linguistiche, per definire le quali servirà anche il contributo dei Cpia, saranno quindi gli stessi istituti scolastici a definire ad hoc i Piani didattici personalizzati per i singoli studenti, con l'obiettivo principale di consentire loro di integrarsi.

Secondo i programmi del governo,

comunque, già a partire dal prossimo settembre le scuole avranno facoltà di organizzare dei corsi aggiuntivi extracurricolari di "potenziamento" utilizzando i fondi messi a disposizione dal Programma operativo nazionale.

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