Ecovandali "chiagni e fotti": fanno i soldi attaccando il Giornale

Gli attivisti di Ultima Generazione raccolgono circa 17mila euro in poche settimane. "Gli italiani stanno con noi". Ma non è così

Ecovandali "chiagni e fotti": fanno i soldi attaccando il Giornale
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Ecovandali chiagni e fotti. Prima si sono lamentati per essere finiti al verde (colore peraltro affine alla loro ideologia), poi sono andati alla cassa. Così, nel giro di poche settimane, gli attivisti di Ultima Generazione sono riusciti a raccogliere quasi 17mila euro a suon di micro-donazioni. Un risultato che si avvicina sempre più all'ideale tetto dei 20mila euro, da loro stessi fissato come margine di salvaguardia per poter sostenere le future spese e per continuare così la "lotta". Galvanizzati dalle elargizioni arrivate - forse non se le aspettavano nemmeno loro - gli ecologisti duri e puri si sono quindi messi a fare i ganassa, sfruttando anche il nome del nostro quotidiano per farsi ulteriore pubblicità. Come già avevano fatto di recente.

"Mancano solo 5mila euro al raggiungimento dell'obiettivo della raccolta fondi! Chissà quante faccine tristi nella redazione di Libero e de ilGiornale mentre leggono tale notizia", hanno infatti scritto nei giorni scorsi sui social. E ancora, in un altro e più recente post, hanno tentato di fare ironia sul fatto che per primi avessimo dato la notizia della loro colletta, scattata dopo che il Climate Emergency Fund aveva chiuso i rubinetti dei sussidi. Accidenti: permalosi questi ecoguerrieri. "Gli italiani stanno con Ultima Generazione", hanno anche esultato, lasciando intendere di aver ottenuto un consenso pressoché plebiscitario alla loro campagna di autofinanziamento. Fake news: secondo i numeri riportati sul sito della stessa organizzazione, a versare un obolo sono stati solo 465 donatori, peraltro con importi tutto sommato contenuti (la media aritmetica è di circa 36 euro a testa).

Scorrendo l'elenco pubblico dei contributori, peraltro, si scorgono dei nomi che più di altri balzano all'occhio: quelli di Luca Bottura e di Federico Mello. Saranno forse l'ex conduttore radiofonico e il giornalista di RadioRai o si tratta invece di semplici omonimi? Chissà. In attesa di conferme o di smentite, saremmo curiosi di capire quali siano le motivazioni che spingono dei cittadini a finanziare un movimento distintosi sinora per aver imbrattato monumenti e creato problemi alla viabilità con i blocchi stradali. E continuiamo a non comprendere come queste azioni possano contribuire a "salvare il pianeta" dal "collasso climatico" prospettato dagli stessi attivisti.

Strana parabola

quella degli eco-paladini nostrani: erano partiti chiedendo un fondo riparazione da 20 miliardi "per ripagare i danni da calamità ed eventi climatici estremi". Ora pretendono 20mila euro per poter tirare a campare.

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