
Lo scorso 29 novembre, negli spazi dell'università Statale di Milano, si è svolto un convegno sul diritto alla vita, che vedeva la partecipazione, tra gli altri, di Soemia Sibillo, direttrice del Centro Aiuto alla Vita della clinica Mangiagalli e di Chiara Locatelli, neonatologa presso il Policlinico Sant’Orsola di Bologna. L'incontro era stato organizzato da Obiettivo Studenti, collettivo studentesco di Comunione e Liberazione. Era stato regolarmente autorizzato e comunicato alla dirigenza ma i soliti collettivi di estrema sinistra, con in testa Cambiare rotta hanno deciso che non si sarebbe dovuto tenere e hanno fatto irruzione. Tra loro anche Pietro Laporta, considerato il promotore dell'iniziativa, e per questo sospeso. Sono passati tre mesi da quell'assalto insensato e oggi i collettivi tornano a parlarne con incontro in programma questo pomeriggio in un'area occupata di Città Studi a Milano.
L'incontro è stato promosso sui social con una locandina violenta e offensiva, probabilmente indirizzata proprio al gruppo di Obiettivo Studenti. Nell'annunciare il meeting, infatti, il Collettivo Acampada Città Studi, uno di quelli che invoca l'intifada, insieme a "C.C.C.L.", che dovrebbe essere l'acronimo di "Collettivo Contro Comunione e Liberazione", ha realizzato un manifesto in cui una Madonna, che sembra avere le sembianze di Santa Teresa, è stata sfregiata con delle croci sugli occhi e delle fiamme viola che bruciano sul fondo. Un attacco insensato, ancora una volta, in questo caso diretto alla religione cattolica. Una provocazione fine a se stessa che qualifica i suoi autori. Nel manifesto che il gruppo ha diffuso sui social si parla di "dinamiche poliziesche inscenate dalla commissione disciplinare dell'università" per la sospensione dello studente che avrebbe organizzato l'interruzione.
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Nonostante siano, o dovrebbero essere, studenti universitari, i promotori ignorano completamente il concetto di diritto di parola o, peggio, lo piegano a loro discrezione e comodo. In un comunicato diffuso un mese fa è stata anche riportata una lettera in cui un soggetto, che loro definiscono anonimo, analizzando l'assalto al convegno di novembre scriveva che quella è stata "rabbia contro una mandria di maschi bianchi che si appellano alla 'libera scelta sull'aborto'. Sbagli se ricorri ad atteggiamenti violenti, dicono. Potevate cercare il dialogo, dicono. Non oggi".
E ancora: "Se non risulta civile per i loro standard del cazzo tanto meglio. La retorica del dialogo sul sapere in un posto neutro è una stronzata". Sono questi gli studenti che diventeranno la classe dirigente di domani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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