"A Giordano gli scoppierà la famiglia". I rom minacciano la troupe di Fuori dal coro

Il ghetto rom di Ardea, in provincia di Roma, è il regno dell'illegalità. La reporter di Fuori dal Coro, Delia Mauro, viene aggredita: "Leva questa telcamera che te la spacco in faccia"

screen da Fuori dal Coro / rete 4
screen da Fuori dal Coro / rete 4
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Ardea, provincia di Roma. Il ghetto dei rom è ancora lì. Le immagini di Fuori dal Coro riprendono il degrado e la violenza del campo rom. Ma questa volta, le minacce assumono un significato ancora più grave. A finire nel mirino, oltre alla troupe del servizio, è Mario Giordano. Il servizio, andato in onda ieri in prima serata su Rete4 ha mostrato il lato più oscuro dei campi rom.

Durante il talk show di attualità e approfondimento condotto da Giordano, il focus, come spesso accade, si sposta sui campi, da anni ormai teatro di violenze gratuite e illegalità. La giornalista di Fuori dal Coro, Delia Mauro, si reca in prima persona per verificare le condizione del ghetto rom di Ardea. L’accoglienza non è delle migliori. “Tiè, fuori dal coro, tiè”, insulta una donna rivolgendosi alla reporter. Non è la prima volta che i servizi della trasmissione denunciano queste situazioni al limite della legalità.

Le telecamere della troupe inquadrano le roulotte. “Leva questa telecamera che te la spacco in faccia”, attaccano. La giornalista, ovviamente, cerca di indietreggiare ma la telecamera rimane puntata. Quello che si vede è un martello. A tenerlo in mano, in segno di sfida, è un ragazzo nelle retrovie. Ma le minacce sono appena iniziate. “Vattene via, ne abbiamo i cogl**ni gonfi!”, grida una donna.

Da qui il messaggio intimidatorio a Mario Giordano: “Prima o poi gli scoppierà la famiglia, la famiglia gli scoppierà. Una frase che assomiglia a una minaccia gravissima nei confronti del giornalista. La situazione è prontamente descritta dalla reporter. “Ci insultano – dice – appena proviamo a parlare con loro”. Poi, a stretto giro, “imbracciano un martello per cacciarci via”.

Il ghetto è popolato da nomadi di origine siciliana che illegalmente occupano una parte di questa vallata ad Ardea. Oltre 700 ettari di proprietà pubblica dove, come spiega la giornalista, “regna la più totale illegalità”. L’ennesima vergogna a due passi dalla capitale d’Italia.

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