"Hanno perso un'occasione e giocato alla guerriglia". La rabbia della polizia per gli insulti delle femministe

A Torino è andata in scena l'ennesima manifestazione offensiva contro le forze dell'ordine: "Quelle grida ed insulti dovevano essere per i rappresentanti di quelle nazioni che negano ancora oggi la dignità delle donne stesse"

"Hanno perso un'occasione e giocato alla guerriglia". La rabbia della polizia per gli insulti delle femministe
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Ancora una volta, una manifestazione femminista si è trasformata in una manifestazione vandalica. Dietro il paravento della "sanzione", come hanno imparato a chiamare gli attivisti gli attacchi alle strutture a loro sgradite, a Torino è stata vandalizzata la sede di Leonardo e a farne le spese sono stati anche gli agenti della Polizia di Stato. Sapendo che il corteo si sarebbe diretto verso Leonardo, non per rivendicazioni femministe ma contro la guerra e per la Palestina, sono state schierate alcune squadre di agenti a tutela dello stabile. Questo non ha fermato le attiviste che hanno colpito anche agenti e macchine con sacche piene di colore.

"Divise insultate, macchiate di vernice e mezzi danneggiati da coloro che oggi dovrebbero riflettere al valore civico della possibilità di manifestare liberamente e non di abusarne, cosa che ormai in Italia complici una parte della politica avviene sempre più frequentemente. La Polizia ancora oggi viene usata come barriera contenitiva senza alcuna possibilità di difesa dimostrando di fatto la debolezza dello Stato che oggi dimostra di non saper difendere i propri uomini", si legge in una nota pubblicata da Luca Pantanella, Segretario generale del sindacato Fsp di Torino. Mentre alcune attiviste lanciavano la vernice sugli agenti e su Leonardo, una speaker ha detto ai partecipanti al corteo "abbiamo sanzionato l'Alenia". Gruppi di dimostranti hanno poi improvvisato una battitura ai cancelli della Leonardo, presidiati da polizia ai carabinieri, strappando i teloni posti subito dietro la grata. Hanno anche divelto la sbarra del passaggio pedonale e lasciato scritte e manifesti.

Vandalismo in purezza, che nulla ha a che fare con il femminismo, come hanno dichiarato alcuni movimenti che si sono dissociati da queste manifestazioni. "Denunciamo che diversi degli uomini oggi colpiti da insulti e vernice erano in servizio dalle 06:30 ed hanno smontato alle 16:30 senza neanche la possibilità di avere un cambio per un pasto cosa che il personale fa spesso per assicurare il servizio ma che di fatto non merita come trattamento, nessuno è pagato per essere trattato in quel modo", prosegue ancora Pantanella, facendo valere la dignità delle divise. In questo caos, non sono mancati anche incitamenti all'intifada per la Palestina dalla piazza femminista.

"Le donne di matrice autonoma che oggi si sono distinte per giocare alla guerriglia invece di rivendicare l’importanza ed il significato della donna nella società civile e libera, hanno perso un'occasione per sostenere quello che è il vero significato dell’8 Marzo e quelle grida ed insulti piuttosto dovevano essere rivolti non contro la Polizia Italiana di cui fanno parte tantissime donne ma, contro i rappresentanti di quelle

nazioni che negano ancora oggi la dignità delle donne stesse, relegandole ad oggetti da possedere, senza diritti e senza la possibilità neanche di poter esprimere alcuna idea", ha concluso Pantanella.

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