I giovani, la sinistra e la pappa pronta

Non ho mai ambito ad aggiudicarmi questo o quel premio perché so bene come funzionano certe onorificenze, celebrazioni, nomine

I giovani, la sinistra e la pappa pronta
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Caro direttore,
sono un vecchio, non come età ma come generazione, medico di famiglia (adesso chiamato medico di base) in pensione da due anni per cui mi sono trovato in pieno nelle prime quattro ondate Covid. Anche in piena emergenza sono sempre uscito a visitare i miei pazienti, certo, ad ogni uscita ti cagavi sotto ma era il nostro lavoro, quello per cui avevamo studiato ed eravamo pagati. Mai nessuno si è degnato di dedicarmi l'Ambrogino d'oro o di menzionarmi. Adesso leggo che è stata proposta la ragazza che ha dato il via ai campeggiatori universitari abusivi, non mi risulta che paghino alcuna tassa per occupazione suolo pubblico. Questi studenti rivendicano il diritto ad una casa a prezzo calmierato vicino all'università, fare il pendolare è un disonore? Faccio presente a questi ragazzi che questa è la vita che ho fatto io (laurea 1982) insieme alla mia generazione di studenti residenti in provincia. A quei tempi la provincia non era così ben servita da mezzi pubblici e l'auto non potevamo permettercela, ma né noi né i nostri genitori abbiamo mai rivendicato alcun diritto, avevamo solo un dovere: studiare per non far buttare via soldi ai nostri genitori che lavoravano per permetterci un futuro migliore del loro. Non avevamo sotto casa le vie dello shopping e la movida, ma vi assicuro che in provincia si vive meglio e gli affitti hanno prezzi più accessibili e lo spritz si beve anche da noi. Direttore, secondo lei questa ragazza cos'ha fatto di meritorio? Senza dubbio anch'io non ho fatto nulla di particolare, ma solo e semplicemente il mio dovere.
Gigi Re

Caro Gigi,
non ho mai ambito ad aggiudicarmi questo o quel premio perché so bene come funzionano certe onorificenze, celebrazioni, nomine. Di solito si premiano tra loro gli amici, o gli amici degli amici, il che rende questi eventi alquanto noiosi e persino ridicoli. Hanno un non so che di grottesco e addirittura di penoso. Nel caso della ragazza che ha promosso il movimento cui ti riferisci, ritengo che ella sia stata proposta come candidata per ricevere l'Ambrogino d'Oro in quanto per la sinistra rappresenta una specie di vittima da onorare: è una giovane donna che dorme dentro una tenda occupando il suolo pubblico perché non ha un alloggio che pretende le venga fornito in quanto studia. Non è la prima volta che i progressisti trasformano in eroi o in martiri gli abusivi. La difesa della legalità, del resto, non è uno dei grandi temi dei radical-chic, preferiscono difendere il monopattino, la bicicletta, la pista ciclabile, il motore elettrico e la ztl. Anche io, come te, ho fatto il pendolare. Quando lavoravo a La Notte, ma anche al Corriere della Sera, facevo avanti e indietro ogni dì dalla provincia di Bergamo a Milano per mantenere una famiglia di cinque figli. Sono andato avanti così per almeno tre decenni. Viaggiavo anche di notte. O all'alba. Per studiare, per guadagnarsi da vivere, si deve faticare. Una volta accettavamo questa realtà, ma i giovani di oggi si ribellano alla fatica, sono insofferenti al sacrificio, hanno schifo del sudore, si sentono umiliati se devono sporcarsi le mani, vorrebbero la pappetta pronta, le cose servite, tutto cotto e mangiato, ogni richiesta esaudita e consegnata sul vassoio d'argento. Se studiano, bisogna procurare loro la casa accanto all'università, così sono più comodi. La pretendono come se studiare fosse un merito da riconoscere e premiare. Eppure chi studia non fa un piacere alla società bensì a se stesso e smettiamola con la retorica che chi studia contribuisce al progresso sociale. No, si contribuisce nella misura in cui ci si rimbocca le maniche, ci si dà da fare, ci si impegna, si compie qualcosa di buono e di utile. Il valore non è nello studio in sé, piuttosto è nella volontà di mettere a frutto gli studi o nella volontà di essere risorsa e non peso. Quindi la candidatura della campeggiatrice metropolitana è perfettamente in linea, come ti dicevo, con lo spirito della sinistra. Non meravigliarti. Fosse per me darei una medaglia d'oro alla gente comune, quella come te, quella che, nonostante le difficoltà, compie il suo dovere quotidianamente, mossa dal senso di responsabilità e da un sentimento di solidarietà, che implica non la pretesa di ricevere bensì il bisogno di dare.

Tuttavia, uomini semplici come te, caro Gigi, non piacciono alla sinistra, che si cura soltanto di clandestini (ma solo finché sono in mare, poi i progressisti li ignorano quando sono sulla strada), centri sociali, sfilate di omosessuali, diritto di prendere in locazione uteri, diritto di acquistare bambini fabbricati su misura, diritto dei fuorisede di avere consegnato un appartamento, e tutte le altre diavolerie un po' modaiole per cui si scende in piazza, si urla e si protesta.

Grazie, Gigi, per avere fatto tutta la vita quello che ormai nessuno vuole più fare: il medico.

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