I kalashnikov, la benna e i sacchi di banconote: così i banditi hanno assaltato il caveau a Sassari

Un commando di 20 malviventi ha assaltato la struttura Mondialpol nella periferia di Sassari: nessun ferito ma il furto ha fruttato diversi milioni di euro

I kalashnikov, la benna e i sacchi di banconote: così i banditi hanno assaltato il caveau a Sassari
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Kalashnikov, giubbotti antiproiettile e mezzi pesanti: l'assalto compiuto a Sassari da un commando di 20 persone sembra uscito dalle scene di un film. Erano passate da poco le 20, c'era ancora piena luce a Sassari, quando i malviventi sono entrati in azione: un colpo studiato nei dettagli, sicuramente preparato da tempo, che aveva l'obiettivo di sfondare il caveu dell'agenzia Mondialpol e poi vuotarlo. La periferia di Sassari, a quell'ora, è vuota: operai e industrie sono chiuse ma ci sono le case e sono i residenti a riprendere l'assalto, con tanto di sparatoria. Ma stavolta, a differenza di quanto accaduto nel 2016, il caveu non è stato espugnato.

"I malviventi sono riusciti a impossessarsi solo di una parte del denaro contante presente in sede, e non del contenuto del caveau", si legge in una nota Mondialpol. "Il locale blindato, che costituisce il cuore dell’edificio, non è stato espugnato, contrariamente a quanto riportato da alcuni mezzi di informazione. Nel contenimento dei danni hanno giocato un ruolo fondamentale le nostre procedure, affinate nel corso di quasi cento anni di storia", si legge ancora. Ciò non significa che i danni siano stati irrilevanti. I malviventi sono riusciti a sfondare una delle pareti perimetrali dell'edificio con la benna per introdursi all'interno e portar via comunque somme ingenti di denaro, posto all'interno dei sacchi sollevati con i mezzi meccanici.

Si tratta di una decina di sacchi di banconote che in queste ore avrebbero dovuto rifornire gli istituti di pagamento, che poi li avrebbero destinati alle pensioni. L'azione stata perfettamente concertata: mentre un gruppo di banditi riusciva a entrare dentro la sede Mondialpol, un altro bloccava le strade circostanti, impedendo a chiunque di disturbare l'azione. Si è scatenato un inferno di fuoco in quei pochi minuti ma, fortunatamente, nessuno dei carabinieri o delle guardie giurate è rimasto ferito. I colpi dei malviventi sono stati sparato più per prendere tempo e spaventare che per fare realmente male, anche perché lasciarsi dietro una scia di sangue avrebbe complicato la loro fuga.

Anche per questo motivo si ha la certezza che l'assalto sia stato organizzato nei minimi dettagli. L'unico momento in cui i banditi hanno sparato per uccidere è durante la fuga, quando si sono trovati davanti una pattuglia della radiomobile di Sassari: colti di sorpresa, trovandosi la strada sbarrata, hanno aperto il fuoco ad altezza d'uomo ma fortunatamente i militari hanno evitato i colpi. Nella giornata di oggi Sassari è una città blindata e sono innumerevoli i blocchi lungo le strade dell'isola, soprattutto sulle arterie primarie e secondarie che dall'Anglona vanno verso il nuorese e la Barbagia, dove i luoghi per nascondersi non mancano.

La Statale 131 in uscita da Sassari, ieri sera, è stata disseminata di chiudi e di veicoli bruciati per coprirsi la fuga e decine di automobilisti hanno dovuto sostituire i propri pneumatici. Sono centinaia gli agenti in campo, in quella che è un'immensa caccia all'uomo.

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