"Italiani di m...". Espulso l'imam della moschea abusiva di Milano

Ahmed Kabir era molto noto nel quartiere per il suo atteggiamento violento, soprattutto contro le donne. Il Viminale l'ha espulso per "motivi di ordine e sicurezza pubblica"

"Italiani di m...". Espulso l'imam della moschea abusiva di Milano
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Nuova espulsione dall'Italia per "motivi di ordine e sicurezza pubblica". Il ministero dell'Interno ha firmato il decreto nei confronti di un bengalese di 50 anni, Ahmed Kabir, presidente di un'associazione culturale islamica, una delle tante che vengono aperte come copertura per le moschee abusive a Milano. Quella presieduta da lui ha sede in via Zambelli, zona Dergano, e risulta essere abusiva, realizzata all'interno di un ex laboratorio senza alcuna autorizzazione. L'uomo è già sull'aereo che lo sta riportando nel suo Paese.

Da tempo monitorato dagli agenti della Digos di Milano, in collaborazione con l'ufficio immigrazione della questura meneghina, in passato l'uomo era già stato fatto oggetto di un avviso orale, perché i suoi numerosi precedenti penali e di polizia erano indicativi di "una non trascurabile pericolosità sociale, in particolare nei confronti di persone di sesso femminile". Il monitoraggio sull'uomo è stato fortemente intensificato dopo i fatti del 7 ottobre.

A novembre, quando già era sotto stretta attenzione da parte delle forze dell'ordine, l'uomo era stato raggiunto dalle telecamere della trasmissione Mediaset "Dritto e Rovescio", condotta da Paolo Del Debbio, a seguito delle denunce effettuate dagli abitanti del quartiere nel quale insiste la sua associazione culturale. A intervistare l'uomo è stata mandata una delle giornaliste del programma, alla quale l'uomo non ha risparmiato una salva di insulti diretti a lei in prima persona e, in generale, agli italiani: "Italiani di mer...", "Vi ammazzo", "Vi taglio la gola". La giornalista era stata minacciata di morte dall'uomo con frasi tipo "mettiamo un coltello sotto la tua gola". Tutto questo è stato inserito nella relazione della Digos, nella quale si segnala anche che Kabir era già stato condannato in passato per maltrattamenti contro le donne.

Gli abitanti del quartiere erano giunti allo stremo: la zona non era più considerata un luogo sicuro dove vivere e le donne hanno trascorso mesi di terrore. Interrogato dalla giornalista sulle segnalazioni effettuate dagli italiani che abitano in quella zona, Kabir si era trincerato dietro il paravento del "razzismo", accusando il quartiere di avercela con lui in quanto islamico. Tuttavia, le evidenze raccolte dagli investigatori e i comportamenti adottati dall'uomo hanno fatto emergere una personalità pericolosa e incompatibile con la permanenza in Italia. Pertanto, per questioni di sicurezza, l'uomo è stato definitivamente allontanato. Ora resta il dubbio su chi prenderà il suo posto nell'associazione, ricoprendo lui il ruolo di "imam" nella moschea abusiva.

"Vorrei capire, ora, dove sono le femministe di sinistra? Non hanno nulla da dire? Sono troppo impegnare a modificare le desinenze delle parole, forse… Ora il sindaco Sala, anziché appoggiare la battaglia di arretramento culturale di Pioltello, si attivi immediatamente per chiudere il luogo di culto irregolare dove spadroneggiava questo signore", ha commentato Silvia Sardone, europarlamentare della Lega.

"a Miano, e in generale in Italia, non può esserci spazio per personaggi del genere. Pd e compagni aprano gli occhi prima che sia troppo tardi: tolleranza zero contro le moschee abusive", ha concluso l'esponente della Lega.

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