Lacerenza “tradito” dai suoi video postati in rete

L’ordinanza del gip: "Era solito proporre alla clientela champagne, escort e sostanze stupefacenti in un'unica soluzione di pagamento"

Lacerenza “tradito” dai suoi video postati in rete
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Semplice ignoranza (ma, com’è noto, «la legge non ammette ignoranza») o assoluto senso di impunità? Si resta disorientati dinanzi alle stories - inconsapevolmente autoaccusatorie - postate in quantità industriale da Davide Lacerenza, il «Mosè dello champagne». Dal 4 marzo il «King della Milano by night» è agli arresti domiciliari accusato di sfruttamento della prostituzione e spaccio di droga. Nell’«ordinanza di applicazione di misura cautelare» firmata dal gip di Milano si fa esplicito riferimento per le indagini alla «visione di fonti aperte, nello specifico la consultazione di “Instagram" e dell'account denominato "New Bullshitginto"». Stories che Lacerenza registrava col cellulare e immetteva a getto continuo nei canali social persuaso forse che quelle immagini costituissero solo la testimonianza della sua lecita attività professionale e non già la prova di eventuali gravi reati. Fatto sta che gli inquirenti si sono trovati dinanzi a una mole di «short» (video di pochi secondi» che «fornivano - scrive il gip - immediato riscontro alle dichiarazioni di S.S. in merito alla consumazione all'interno della Gintoneria di sostanze stupefacenti e alla frequentazione del locale da parte di escort».

E veniamo alla sequenza di filmini girati da Lacerenza con l’obiettivo di promuovere la Gintoneria e che, al contrario, hanno sortito per lui un effetto boomerang sul fronte giudiziario, facilitando le indagini della procura milanese.

«Nello specifico - rileva il gip - dalla consultazione dell'account denominato "New_Bullshitginto" si appurava che sul predetto profilo erano state caricate, tra le altre, innumerevoli "storie" che lo stesso Lacerenza, nel corso del tempo, aveva pubblicato anche sulla sua pagina ufficiale "Davidelacerenza" e che l'utente proprietario della pagina "New_Bullshitginto" aveva salvato e ricaricato sul suo profilo pubblico».

Ed è così che «dalla visione di tali "storie", tratte dal predetto account "New _Bullshitginto", la polizia giudiziaria riscontrava che all'interno del locale "La Gintoneria di Davide", e in particolare nello spazio antistante alla toilette in uso al pubblico, circolano sostanze che per colore, taglio e quantitativo (preparate sottoforma di "strisce") sembrano rassomigliare a sostanza stupefacente di tipo cocaina».

Inoltre l’inchiesta ha accertato che «il locale adiacente alla Gintoneria, riportante l'insegna "La Malmaison" ed anch'esso nella diretta disponibilità di Lacerenza, viene utilizzato come privé per la clientela più facoltosa in occasione di serate all'insegna dell'alcol e di compagnia femminile».

Dunque, si «riscontrava sul punto quanto riferito da S.S. in merito al fatto che Lacerenza era solito proporre alla clientela champagne, escort e sostanze stupefacenti in un'unica soluzione di pagamento». L’ordinanza precisa che «tutti i video pubblicati presso il locale "La Malmaison" risultano essere stati registrati in orari notturni e a saracinesca abbassata, con lo schermo delle videocamere esterne al locale costantemente acceso al fine di tenere sotto controllo la strada, nonché di poter captare in anticipo eventuali interventi ispettivi da parte delle forze di polizia».

E ancora: «Presso il predetto locale riportante l'insegna "La Malmaison" Lacerenza ha effettuato, con il suo smartphone, videoriprese di donne danzanti seminude e sono presenti ulteriori “storie“ ripostate che testimoniano un rapporto solido e continuativo con Stefania Nobile e la madre, sempre presenti presso la Gintoneria. In aggiunta il Lacerenza in una storia definisce la Nobile sua padrona».

Quindi si sottolinea che «gli elementi acquisiti nei primi mesi di indagine facevano

emergere un quadro gravemente indiziante nei confronti di Lacerenza in ordine ai reati di cui agli artt. 73 d.p.r. 309/90 e artt. 3 e 4 L. 75/98, che consentiva l'avvio di attività tecniche di intercettazione».

(1. Continua)

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