Migranti e ndrangheta. Due operazioni della Dda di Catanzaro colpiscono il business criminale degli sbarchi e quello «tradizionale» delle ndrine, che avevano trovato il modo non solo di infiltrare le amministrazioni del territorio ma pure di lucrare sull'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. La prima operazione, condotta dal Dac della Polizia e coordinata dalla Dda guidata da Nicola Gratteri, ha smantellato un'organizzazione transnazionale che trafficava esseri umani, portandoli per compensi tra i 7mila e i 15mila euro - dalla Turchia al Nord Europa, viaggiando su navi a vela e attraversando Grecia e Italia. Sono serviti quattro anni di indagini, iniziate con gli accertamenti della Gdf del 2018 su alcuni sbarchi di velieri con migranti e «capitani» russofoni, per arrivare all'arresto di 29 persone, tutte curde-irachene, accusate di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e di riciclaggio del denaro incassato con il business. Soldi versati in una cassa comune a Trieste e poi trasferiti all'estero in tranche di 999 euro per non sollevare sospetti. L'organizzazione intercettava i «clienti» ad Aksaray, quartiere di Istanbul, e da qui dopo aver incassato la prima tranche (col sistema di trasferimento fondi della «Hawala», basata sull'onore e su una serie di intermediari), i migranti venivano trasferiti sui vascelli a Smirne o sulla costa greca, entrando nel Paese da Salonicco e versando ai greci la seconda parte del compenso prima di tornare in mare a Patrasso. Anche gli italiani davano una mano negli sbarchi che avvenivano nel Sud, incassando 5-600 euro per i viaggi verso il Nord Italia. Da qui, passando per Trieste o per Ventimiglia e viaggiando, a seconda delle possibilità, nascosti in camion o su treni e taxi, i migranti proseguivano per le nazioni di destinazione. Sempre che avessero, ovviamente, pagato tutta la tariffa. Altrimenti venivano bloccati finché qualche parente provvedeva al saldo. L'altra operazione, Maestrale-Carthago, vede 167 indagati e il fermo di 61 appartenenti alle famiglie ndranghetiste della provincia di Vibo Valentia. Accertate infiltrazioni nel comune di Cessaniti per «aggiustare» graduatorie di concorsi pubblici a favore di dirigenti «vicini», estorsioni a una società appaltante del servizio di raccolta rifiuti a Mileto e Briatico, il condizionamento, anche attraverso accordi corruttivi, di dirigenti medici dell'Asp di Vibo Valentia (per lucrare su appalti o per ottenere perizie compiacenti) e, appunto, l'emissione di fatture per operazioni inesistenti per raggirare per 400mila euro il sistema dell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati nei comuni di Joppolo, Mileto e Filadelfia. Soddisfatto il governatore calabrese Roberto Occhiuto, mentre per il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi le due operazioni «confermano che il nostro sistema di sicurezza c'è e ci sarà sempre per contrastare i fenomeni criminali». Preoccupato invece il commissario del Carroccio in Calabria, Francesco Saccomanno, che rimarca come la ndrangheta sia «sempre più forte e radicata» in Calabria e in Italia, e con rapporti «profondi» in tutto il mondo.
Intanto, mentre gli sbarchi superiori dal primo gennaio a oggi di quasi 4 volte rispetto allo stesso periodo degli ultimi due anni, oltre 45mila contro meno di 13mila concedono un giorno di tregua, proseguono i trasferimenti per alleggerire l'hotspot di Lampedusa: 465 dei 639 ospiti ieri erano infatti in partenza, con due voli diretti a Bologna e a Milano e con una nave partita alla volta di Porto Empedocle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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