Messina Denaro, la figlia del boss porterà il cognome del padre

Fino ad ora Lorenza Alagna ha portato il cognome della madre, adesso con un atto notarile avrà quello del padre

Messina Denaro, la figlia del boss porterà il cognome del padre
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La figlia di Matteo Messina Denaro, nata da una relazione del boss durante la latitanza con Franca Maria Alagna, cambierà cognome. Non si chiamerà più Lorenza Alagna, come era stata registrata all'anagrafe, ma Lorenza Messina Denaro. La decisione della donna, nata nel 1996, nasce da una precisa volontà della figlia che ha chiesto e ottenuto di portare all'anagrafe il nome del padre, con l'assenso del genitore, che le aveva già fatto sapere durante un colloquio in carcere che non si sarebbe opposto.

Una lunga valutazione

Lorenza oggi ventisettenne è diventata madre di un bambino di due anni, con l'atto notarile entra così ufficialmente nella famiglia Messina Denaro. La decisione della donna che si è allontanata dal padre, ma senza mai prenderne le distanze arriva dopo una lunga valutazione. La donna aveva vissuto con la famiglia del capomafia fino ad una decina di anni fa, con la maggiore età aveva deciso di rompere i rapporti con il padre, che non aveva accolto con favore la ribellione: "Mai e poi mai la vorrò ricevere", aveva affermato ai fedelissimi. Neanche Lorenza era intenzionata a rivedere il padre. E invece ora i due si sono riconciliati. Il Corriere della Sera scrive che l’atto notarile il padrino lo ha già firmato. Il documento attesta la reciproca volontà di far diventare ufficiale una paternità mai negata.

Le condizoni del boss

Il capomafia di Castelvetrano, arrestato lo scorso 16 gennaio dopo trent'anni di latitanza, è ricoverato in terapia intensiva all'ospedale dell'Aquila, dove l'8 agosto ha subito un altro intervento dopo il tumore al colon che l'ha colpito tre anni fa. Le sue condizioni di malato terminale vengono definite molto gravi, e negli ultimi giorni si sarebbero intensificate le visite dei familiari. Messina Denaro avrebbe chiesto di non essere rianimato in caso di necessità. Le condizioni dell'ultimo padrino della mafia stragista, oggi 61enne, si sarebbero aggravate di molto nelle ultime settimane e da qualche giorno è sottoposto alla terapia del dolore.

Al momento, per gli oncologi le condizioni del paziente non sono compatibili con il carcere, dove tra le altre cose non c'è una struttura sanitaria adeguata.

Nell'istituto di pena aquilano, nel corso dei primi mesi di detenzione, è stato allestito, proprio davanti alla cella del boss, un ambulatorio nel quale sono state somministrate dagli specialisti del nosocomio cittadino le prime dosi di chemioterapia. Nei giorni scorsi, da fonti mediche era emersa la eventualità di un ritorno in cella: ma poi l'aggravarsi delle condizioni generali hanno consigliato fino a data da destinarsi la degenza in ospedale.

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