Migranti, dalla Ong tedesca che si lamenta del porto sbarca anche un gatto

Insieme ai migranti della nave tedesca Humanity1, a Civitavecchia è sbarcato anche un gatto nel suo trasportino tra le lamentele per il porto distante

Migranti, dalla Ong tedesca che si lamenta del porto sbarca anche un gatto
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Il recupero al largo delle coste libiche, la richiesta di porto alle autorità italiane e l'assegnazione di un pos non gradito. Tutto questo è ormai la norma nella gestione dei migranti che vengono portati in Italia dalle Ong. In conseguenza delle decisioni assunte dal governo italiano, che ha stretto rapporti di collaborazione con i Paesi di partenza e di transito dei migranti irregolari, ma anche delle operazioni di deterrenza, le partenze dal nord Africa si sono più che dimezzate, facendo segnare un -60% rispetto allo scorso anno. Tuttavia, ancora c'è chi si affida ai trafficanti di uomini e rischia la vita nel Mediterraneo a bordo di barchette che rischiano l'affondamento già alla partenza. E dopo il cane sbarcato a Lampedusa nel 2020, ecco che dalla nave Humanity1 della Ong tedesca Sos Humanity è sbarcato anche un gatto.

L'animale viaggiava nel suo trasportino ed è stato fotografato dall'organizzazione al momento dello sbarco. Sono tante le domande che resteranno senza risposta, soprattutto sulle modalità di trasporto dell'animale a bordo di un barchino in metallo sovraccarico, ma tant'è, il gatto è arrivato a Civitavecchia, dove le autorità italiane hanno assegnato il porto alla nave tedesca che, come da copione, si è lamentata della distanza. "Anche in questo caso il governo italiano ha assegnato per lo sbarco un porto inutilmente distante: 953,78 chilometri e oltre tre giorni di navigazione dal luogo del salvataggio", si legge in una nota dell'organizzazione. Il modus operandi delle autorità italiane è già stato oggetto svariate volte di revisione da parte del Tar e tutte le sentenze relative ai ricorsi effettuati dalle Ong si sono concluse con un nulla di fatto, stabilendo che solo l'Italia può decidere quale porto assegnare per ragioni che non competono le Ong.

"Questa pratica mantiene sistematicamente le navi di soccorso fuori dall’area delle operazioni, dove sono urgentemente necessarie", prosegue la Ong, che per altro ammette che un soggetto realmente bisognoso di cure immediate è stato fatto sbarcare a Trapani, come impongono i regolamenti internazionali. "Non vi è alcun motivo per cui tutti i sopravvissuti non possano essere fatti sbarcare nel porto sicuro più vicino", è la lamentela dei tedeschi, che vorrebbero trasformare la Sicilia in un enorme hotspot.

Nonostante le continue lamentele e le strategie per condurre contro il nostro Paese una guerra politica, l'Italia è femra nella persecuzione dei suoi obiettivi, che includono la riduzione degli ingressi irregolari e la gestione totale da parte della autorità e non delle Ong.

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