Migranti, ora le Ong usano la "strategia del veliero": così aggirano il decreto

Le barche a vela sono imbarcazioni piccole che non possono portare a bordo più di qualche decina di migranti e non possono affrontare lunghi viaggi. Così sono "costrette" a sbarcare sempre a Lampedusa

Migranti, ora le Ong usano la "strategia del veliero": così aggirano il decreto

C'è una nuova strategia messa in atto dalle Ong per ostacolare il decreto Piantedosi: l'uso delle barche a vela. Ignorando i disagi che gli stessi migranti devono subire quando vengono portati in un hotspot traboccante di umanità, le Ong in questo modo ottengono lo sbarco sempre e comunque a Lampedusa, contribuendo in questo modo al sovraccarico dell'unico centro di accoglienza della piccola isola. L'annotazione è arrivata da la Repubblica, che ha fatto notare come siano tornati in mare i velieri Nadir e Astral.

La strategia, d'altronde, è semplice: le barche a vela sono, per impostazione, imbarcazioni che non possono portare a bordo più di qualche decina di migranti. Situazione perfetta per le Ong, visto che comunque con il decreto Piantedosi non possono effettuare più di un intervento. Ma non solo, perché il Centro di coordinamento italiano non assegnerebbe mai un porto distante a un veliero, che non può affrontare lunghi giorni in mare carico di persone, quindi lo obbligano a indicare quello di Lampedusa. Ed ecco che le Ong aggirano il decreto: meno costi da affrontare perché una barca di quel tipo comporta meno spese di gestione in mare e porto di sbarco gradito.

Quando si trovano in mare, questi velieri vengono anche impegnati in quelle che vengono definite operazioni di stabilizzazione: forniscono i salvagenti ai migranti sui barchini e poi aspettano che arrivi la guardia costiera con i suoi mezzi. Open Arms è in parte fautrice di questa nuova strategia. Da mesi annuncia la messa in mare per una nuova missione della sua nave ammiraglia, che però per il momento resta comodamente in porto a Barcellona. A essere partita per il Mediterraneo centrale è l'Astral, la piccola barca a vela dell'organizzazione spagnola.

In modo completamente avulso dalla realtà, senza preoccuparsi di quello che accade dopo lo sbarco, le organizzazioni non governative sembrano avere un unico obiettivo: mettere in difficoltà l'Italia. Lo fanno ignorando un decreto che nasce per mettere ordine e agevolare il sistema di accoglienza e lo fanno, da sempre, ignorando che nel Mediterraneo esistono numerosi altri porti sicuri. Così come riescono ad arrivare a Lampedusa, infatti, i velieri possono raggiungere Malta.

Da sinistra difendono la scelta delle Ong di puntare solo sull'Italia perché Malta è una piccola isola e non ha le capacità di accoglienza del nostro Paese. Ma i velieri trasportano al massimo qualche decina di migranti, niente che un'isola europea come Malta, che non riceve i grandi flussi di sbarco, non sia capace di gestire.

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