L'atteso momento è stato preceduto dai cori "Papa Francesco, Papa Francesco", scanditi con affetto dai fedeli presenti sul piazzale del Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Dopo poco si è aperta la finestra del balconcino della stanza posta al quinto piano dell'ospedale, dove il pontefice è ricoverato dal 14 febbraio scorso. Le 12 erano passate da una manciata di minuti quando Francesco, seduto su una sedia a rotelle, si è affacciato e ha salutato tutti impartendo una benedizione. Dal suo volto, sia pure sorridente, si nota la sofferenza e la fatica per la lunga degenza, ma per i fedeli questo piccolo saluto è comunque un momento importante.
"Ringrazio tutti, saluto questa signora con i fiori gialli": sono prime parole del Papa affacciato dal balconcino. Parole che hanno fatto sorridere per la loro semplicità. Poco dopo il santo padre ha lasciato il Gemelli per fare ritorno nella sua residenza di Santa Marta, in Vaticano, a bordo di una 500 L bianca scortata da auto della gendarmeria vaticana e della polizia di Stato. A un certo punto, lungo il tragitto, un cambio di percorso inatteso. L'auto del santo padre si è diretta verso la basilica di Santa Maria Maggiore, dove solitamente il Papa si reca in preghiera prima e dopo i viaggi e nelle occasioni più importanti.
Sul balconcino del Gemelli accanto al Papa c'era il suo infermiere personale, Massimiliano Strappetti, rimasto sempre con lui in queste settimane di degenza. È stato Strappetti a porgere il microfono, prima di essersi accertato che se la sentisse di dire qualcosa.
Si chiama Carmela Mancuso la "signora coi fiori gialli" che il Papa ha ringraziato per la forte emozione è scoppiata in lacrime. Settantanove anni, di origini calabresi, racconta così quei momenti: "Sventolavo i fiori e ho visto che ha guardato solo me, non sono degna, no so cosa dire. Sono contentissima e sono emozionatissima. È una grazia, non so cosa dire, ho un mondo di emozioni che non so esprimere a parole. Non pensavo di arrivare a questo punto ed essere all’attenzione del Santo Padre".
Nel testo dell'Angelus diffuso oggi il pontefice aveva detto: "Con tanta pazienza e perseveranza state continuando a pregare per me: vi
ringrazio tanto! Anch'io prego per voi. E insieme imploriamo che si ponga fine alle guerre e si faccia pace, specialmente nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo".
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