Roma, i pro Pal in piazza: slogan contro Israele e Meloni. Controllate 1.600 persone

Usando la causa palestinese come prestesto per una manifestazione non autorizzata, l'estrema sinistra extraparlamentare è pronta a creare caos a Roma

Roma, i pro Pal in piazza: slogan contro Israele e Meloni. Controllate 1.600 persone
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In una città blindata per paura di scontri, i primi manifestanti si stanno cominciando ad avvicinare alla Capitale. Roma attende la grande manifestazione di oggi, organizzata dai Giovani Palestinesi per celebrare il 7 ottobre 2023, giorno dell'attentato terroristico di Hamas in Israele. I varchi di ingresso alla città sono presidiati, le stazioni e i treni sono controllati, i caselli sono sotto vigilanza e la zona Piramide, dove alle 14 ci sarà l'assembramento, è protetta. Nonostante i gruppi si stiano organizzando per bypassare i controlli, il dispiegamento di forze in città è notevole. Il ministero non ha autorizzato la manifestazione, che lo stesso titolare del Viminale ha definito "illegale", ma il tam tam tra i partecipanti si fa è fatto sempre più intenso. Fin dalle prime ore del mattino, la polizia ha bloccato i pullman in ingresso nella capitale. Da poco prima di mezzogiorno circola voce tra gli ambienti dei manifestanti che è stato autorizzato il concentramento a Piramide, nella piazza in cui era stato predisposto il concentramento da parte dell'organizzazione, ma non risultano conferme.

La piazza

Alla manifestazione sono attese circa 30mila persone provenienti da tutto il Paese ma non ci sarà la Comunità Palestinese di Roma e del Lazio, che si è fermamente dissociata dalla piattaforma sulla quale si basa la piazza di oggi: "Non possiamo andare un giorno ai cortei insieme alla comunità curda, gridando 'donna, vita, libertà' e poi l'altro stare con ayatollah e formazioni che fanno riferimento a varie forme di islam politico reazionario". Anche la comunità palestinese della Capitale mette in evidenza che chi sarà oggi in piazza non mette gli interessi della Palestina al primo posto. Ci saranno le sigle dell'estrema sinistra italiana, le realtà estremiste del mondo Lgbtq e femminista. I comunisti, in ogni loro declinazione, e gruppi di stampo eversivo.

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Le sigle per la Palestina saranno una manciata, meno di dieci, su oltre 100 che hanno dato la propria adesione. A pochi minuti dall'inizio della manifestazione sono scandisti anche cori contri contro il governo italiano, oltre che contro quello dello Stato ebracio: "Giorgia Meloni assassina", "Palestina libera" e "Israele Stato criminale". E ancora quelli contro la polizia: "Celerino pezzo di merda". "La delegazione proveniente da Milano è stata ferma a Rieti e 7 compagni sono stati raggiunti dal foglio di via. Chiediamo la loro immediata liberazione", hanno dichiarato dalla piazza.

Il corteo

"Non ci terranno fermi, mettetevi tutti dietro allo striscione, partiamo in corteo", è stato il grido al megafono dei Giovani Palestinesi, che hanno deciso di violare ancora il divieto della polizia con un corteo non autorizzato fuori dalla piazza di Ostiense. "È nostro diritto essere qui in questa piazza, insieme alla nostra resistenza", si sente dai megafoni. Il corteo vorrebbe muoversi verso viale Aventino in direzione del Colosseo.

I controlli prima della manifestazione

Prima delle 14 sono state 1600 le persone controllate in città e in ingresso a Roma. Di queste, 19 sono state acompagnate in Questura per valutare un foglio di via prima che inizi la manifestazione. Dalla facciata della Fao sono state rimosse tutte le bandiere nazionali che solitamente sono presenti nella facciata dell'edificio: una precauzione per evitare l'assalto a quella israeliana che è stato messo in atto durante una delle ultime manifestazioni. Molti partecipanti che hanno tentato l'arrivo in città con i pullman sono stati fermati e identificati: quelli con precedenti rischiano il foglio di via. In piazza alle 14 c'erano circa 1500 persone.

La posizione dei sindacati delle forze dell'ordine

Le forze dell'ordine sono pronte a compiere il proprio dovere, Matteo Piantedosi ha riferito alla stampa che la manifestazione di oggi sarà gestita "con equilibrio dalle forze di polizia e senza turbative per l'ordine pubblico" ma, in ogni caso, "le decisioni operative vanno prese sul campo". I sindacati di polizia e carabinieri hanno già fatto sentire la loro voce e chiedono tutele. "Le conosciamo fin troppo bene queste situazioni, come sempre tutti hanno ragione tranne chi deve far rispettare la legalità", è la riflessione amara del sindacato di Polizia Italia Celere.

"Come sempre, finirà che quattro viziatelli drogati si divertiranno a creare qualche disordine in nome di una pace che non si guadagna tirando i sassi contro i poliziotti", si legge ancora nella loro nota. E l'appello che viene fatto passare attraverso le righe del comunicato è chiaro: "Ci vuole fermezza da parte delle Forze dell’Ordine altrimenti non ha senso schierare migliaia e migliaia di uomini in Divisa solo a fare da burattini". Andrea Cecchini, segretario generale, ci spiega: "Oggi lavoreremo anche 12 ore e lo straordinario in eccedenza ce lo pagheranno tra non meno di due anni. Mettiamo a rischio la nostra vita, oggi come sempre, rischiamo un 'atto dovuto' di un magistrato, ma quei due spicci lavorati e meritati li vedremo tra due anni".

Il messaggio che viene mandato dall'Unione sindacale italiana carabinieri non è diverso: "Sempre più spesso orde di malintenzionati delinquenti, nascosti dietro ad organizzazioni di nobili cause come quelle sulla Palestina libera, si ergono a paladini della libertà al solo fine di cercare uno scontro".

I manifestanti, si legge ancora nella nota firmata dal segretario generale Antonio Tarallo, "hanno dichiarato che, non solo manifesteranno, ma che cercheranno di forzare le limitazioni imposte. Questo, ovviamente, creerà uno scontro con gli operatori dell’Ordine Pubblico ".

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