Continuano le rivolte nelle carceri italiane e dopo il grave episodio che si è registrato nella struttura minorile di Milano, un episodio simile si è verificato in quello barese. E ora, al di là della gravità dei fatti, delle riflessioni che devono essere fatte sulla situazione carceraria italiana, è forse ragionare anche su altri elementi e su altri fattori, perché le rivolte si stanno facendo sempre più frequenti e sempre più violente, a scapito degli agenti di Polizia Penitenziaria. Ma, soprattutto, quel che ora desta molti dubbi sono le tempistiche dei tumulti, che si sono sempre verificati nelle carceri ma ora emergono elementi che destano qualche perplessità.
"Fa riflettere la tempistica di questi episodi: Roma, Torino, Milano e ora Bari", ha dichiarato Federico Pilagatti, segretario del Sappe. Ed è proprio la tempistica a far sorgere gravi sospetti: "Quello che sta accadendo nel carcere minorile di Bari sembra frutto di una regia occulta". Le parole di Pilagatti aprono scenari che non possono restare inesplorati, perché se così fosse bisognerebbe capire cosa sta realmente succedendo nelle case circondariali ma, soprattutto, chi c'è dietro.
"Alcuni prima avrebbero minacciato verbalmente il dirigente del carcere alla presenza anche del comandante di reparto, e poi aggredito un poliziotto", spiega ancora il sindacalista del Sappe, che aggiunge come a questo punto "è scoppiata la protesta all'interno del penitenziario ed anche in questo caso i pochi agenti in servizio a rischio della loro incolumità, stanno operando con molta difficoltà per riportare la calma". La rissa nel carcere barese sarebbe scoppiata tra detenuti italiani e stranieri, che si sono affrontati prima che venissero separati dalle autorità.
Fortunatamente, questa volta, non è stato necessario allertare i servizi di emergenza del soccorso e tutto si è risolto all'interno del carcere, nonostante ci siano stati agenti feriti. Ma il fatto che sia esploso l'ennesimo episodio non è normale. "Le carceri per minori sono fuori controllo", ha aggiunto Aldo di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Spp.
Nel carcere di massima sicurezza Pigliarelli di Palermo, nella giornata di ieri, "tre detenuti appartenenti al reparto di alta sicurezza, provenienti dalla Campania, hanno accerchiato un assistente capo in servizio, colpendolo con calci e pugni nel tentativo di sottrargli la chiave delle celle". Così ha raccontato la Consipe (Confederazione sindacati penitenziaria), esprimendo "massima preoccupazione" per i "gravi eventi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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