“Su Askatasuna decisione già presa”. I sindacati di polizia disertano il tavolo col sindaco

Solo due sindacati si sono presentati all'incontro con il sindaco di Torino per il caso Askatasuna, gli altri, a fronte di una decisione già presa, non vogliono essere considerati "umili spettatori"

“Su Askatasuna decisione già presa”. I sindacati di polizia disertano il tavolo col sindaco
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Prima si approva e poi si discute. La giunta del Comune di Torino, quando ha deliberato sull'inserimento del centro sociale Askatasuna nella lista dei "beni comuni" era ben consapevole di ciò che avrebbe scatenato. E quindi ecco che, contro ogni caposaldo democratico, ha effettuato tutto senza un preventivo confronto. "In questi mesi la Città ha sempre informato passo a passo il prefetto, il questore e la procura", ha dichiarato il sindaco Stefano Lo Russo, ammettendo che il tutto va avanti da mesi. Peccato che gli stessi componenti della maggioranza in Consiglio comunale non abbiano capito come voglia procedere il sindaco. Ieri, lo stesso primo cittadino di Torino si è detto "a disposizione per fornire qualsiasi tipo di chiarimento" e per incontrare le forze dell'ordine, che lamentano la legittimazione di un covo di violenti. Ma l'incontro, che si sarebbe dovuto tenere ieri, ha visto la presenza dei rappresentanti di solo due sindacati, Consap e Silp Cgil, mentre gli altri hanno disertato il tavolo.

"Riteniamo che trattare un tema così importante che coinvolge la sicurezza della città andava discusso all'origine e non dopo aver già votato ed espresso la volontà politica", scrivono nella nota congiunta i sindacati di polizia Siulp, Sap e Fsp di Torino. Una posizione comprensibile quella delle divise, che conoscono meglio di chiunque altro la natura violenta degli esponenti di Askatasuna. Ogni manifestazione che si svolge a Torino, infatti, vede la partecipazione di questi soggetti il cui obiettivo è arrivare allo scontro con le forze dell'ordine. Non si contano i feriti tra le divise causati dagli attacchi di questi soggetti, sia in città sia nei cantieri dell'alta velocità, dove gli esponenti No Tav che provengono da Askatasuna si allenano alla guerriglia con sistemi di aggressione atti ad arrecare il peggior danno possibile.

"Riteniamo inutile partecipare ad un incontro dove i sindacati di polizia sono relegati ad umili spettatori di una decisione già presa. Resta inteso che qualora la volontà politica dovesse ripensare il provvedimento già votato le organizzazioni sindacali sono a disposizione per un leale confronto", concludono Siulp, Sap e Fsp di Torino. Sulla stessa linea anche il sindacato Siap, che ribadisce come, "precisa: "di fronte a decisioni già prese, l'invito al dialogo appare un voler ribadire quanto già sappiamo e non condividiamo. Gli atti ci sono ben noti nel suo integrale contenuto". Fermo restando che se l'amministrazione volesse avere un reale confronto per una revisione, i sindacati si farebbero trovare pronti.

Quest'oggi, intanto, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega hanno promosso un sit-in sotto Palazzo Civico in aperta contestazione alla delibera della giunta.

I consiglieri comunali di FdI, Enzo Liardo e Ferrante De Benedictis, inoltre, chiedono "il ritiro di una delibera vergognosa" mentre il capogruppo di +Europa e Radicali Italiani ha presentato due delibere, per abrogazione e modifica del regolamento sui beni comuni. Mentre la petizione lanciata da Augusta Montaruli per chiedere lo stop alla legalizzazione di Askatasuna ha già superato le 650 firme.

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