La svolta green di Lacerenza: da king dello champagne a king delle tisane

Davidone ha perso 10 chili e ha sostituito gli alcolici con i frullati

La svolta green di Lacerenza: da king dello champagne a king delle tisane
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Beh, gli ultimi video «green» postati in rete dalla compagna di Davide Lacerenza, non saranno frizzanti come quelli dei tempi d’oro della Gintoneria, però documentano la sobria svolta vegetariana di Davidone agli arresti domiciliari dal 4 marzo, ma che il suo avvocato confida di far revocare in tempi brevi. Intanto «l’imprenditore della movida» - deludendo forse il suo storico sodale Filippo Champagne (che continua a tracannare alcolici «come se non ci fosse un domani») - è diventato astemio e butta giù solo beveroni a base di verdura e frutta preparati dalla fedele Clotilde.

La coppia, ex protagonista delle ubriacanti nottate nel locale di via Napo Torriani a Milano, si è messa a stecchetto e segue un rigido regime alimentare ipocalorico che consente solo qualche strappo gastronomico (lo short con la preparazione di un sontuoso risotto con gli scampi ha ricevuto migliaia di «mi piace»). Del resto Lacerenza è uno chef semistellato che ci sa fare ai fornelli e quindi i suoi piatti compensano a tavola la mancanza di bottiglie pregiate: le stesse da migliaia di euro che venivano «sciabolate» tra i «cavalli», e soprattutto le «cavalle», della Gintoneria e dell’adiacente bistrot foderato di rosa della Malmaison; erano questi, secondo gli inquirenti, i quartier generali delle attività illecite della ditta Lacerenza&Nobile, dove Davide si occupava principalmente della «sala» e dei «pacchetti» (champagne-escort-cocaina a prezzi non proprio di saldo) mentre Stefania, la figlia di Wanna Marchi, pensava prioritariamente alla «cassa». Fatto sta che la coppia è finita nei guai per spaccio di droga, sfruttamento della prostituzione e riciclaggio.

I due indagati, secondo l’istanza presentata dal difensore, soffrono «problemi di salute»: Lacerenza per le sue «dipendenze da alcol e stupefacenti», Nobile per una «patologia degenerativa, l’artrite reumotoide». Non è dato sapere se anche Stefania sia ora a dieta come Lacerenza, certo è che in casa Marchi non ci sono mai stati problemi di bilancia, peso e grasso superfluo: custoditi in cantina dovrebbero esserci comunque, in caso di bisogno, scatoloni ancora pieni di vasetti della miracolosa crema «scioglipancia».

E nell’ipotesi «malocchio», si può sempre provare a diluire il sale in un bicchiere d’acqua, seguendo scrupolosamente i riti scaramantici del «Maestro di vita» Do Nascimento. Unico problema: rintracciarlo in Brasile, dove fuggì a suo tempo dopo una «fattura» fattagli dalla Guardia di Finanza che, per un arcano sortilegio, voleva arrestarlo.

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