Tutto quello che Lepore non dice sulla manifestazione a Bologna

Il sindaco del capoluogo dell'Emilia-Romagna è stato progressivamente smentito da tante istituzioni sulle imprecisioni che ha raccontato negli ultimi tre giorni: dal Viminale al Prefetto, passando per la Questura

Tutto quello che Lepore non dice sulla manifestazione a Bologna
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Matteo Lepore finisce dialetticamente sempre più nell'angolo. A tre giorni di distanza dalla manifestazione di CasaPound e dalle successive violenze dei centri sociali ai danni delle forze dell'ordine, sono stati diversi i soggetti istituzionali che hanno categoricamente smentito le dichiarazioni il sindaco di Bologna in merito a quanto accaduto sabato 9 nel centro del capoluogo dell'Emilia-Romagna. Dopo il Viminale, Giorgia Meloni e la Questura, a smascherare Lepore ci ha pensato anche il Prefetto della città, Attilio Visconti. Ma partiamo dal principio.

Il Viminale smaschera Lepore

Nelle ore immediatamente successive agli scontri tra i gli antagonisti di estrema sinistra e la polizia - che erano terminati con il ferimento di tre agenti - il sindaco di Bologna aveva attaccato il governo per avere autorizzato il corteo dei movimenti di estrema destra: "Mi chiedo come sia possibile ancora una volta che Bologna non venga rispettata", aggiungendo che l'amministrazione comunale e il comitato per l'ordine pubblico avevano espresso la loro contrarietà a far svolgere la manifestazione di CasaPound, ma poi "evidentemente qualcuno da Roma ha chiamato e le cose sono cambiate - aveva puntualizzato Lepore -. Credo che il ministero degli Interni debba dare spiegazioni alla città di Bologna".

Subito era arrivata la secca replica proprio del Viminale, che precisava come il primo cittadino non avesse chiesto "di vietarla e conferma che la questura doveva mediare con gli organizzatori sulla durata e l'itinerario della stessa, così come poi avvenuto ottenendo il possibile in sede di confronto, ma soprattutto conferma indirettamente anche che non c'è stata mai nessuna chiamata dal ministero dell'Interno per cancellare un divieto mai espresso dal comitato".

Meloni: "Ma quali camicie nere"

Parole condivise dalla Questura - che ha inoltre smentito che membri di CasaPound abbiano inciso sulle determinazioni adottate circa le modalità di svolgimento dell'iniziativa - e dallo stesso ministro Matteo Piantedosi, che ha parlato di "irresponsabilità" e ha definito "grave insinuare presunte regie o interventi da Roma". Nella serata di ieri, poi, ha espresso un'opinione generale sulla vicenda anche la premier Meloni durante il comizio di chiusura di tutti gli alleati di centrodestra in appoggio di Elena Ugolini come candidata alla presidenza della Regione Emilia-Romagna: "Diffidate di chi ha una doppia faccia. Matteo Lepore in privato mi chiede collaborazione e in pubblico mi dà della picchiatrice fascista. Se sono picchiatrice non dovrebbe volere collaborazione. Le uniche camicie a Bologna erano quelle blu dei poliziotti".

La smentita anche del prefetto

Infine ultima (in ordine cronologico) la presa di posizione del prefetto di Bologna, in occasione di un'intervista rilasciata questa mattina al Corriere della Sera: "Smentisco categoricamente che mi sia pervenuta qualsivoglia indicazione da parte del ministero dell'Interno o da chiunque altro", sostiene Visconti rivendicando una mediazione con i Patrioti che ha portato "sia la riduzione del percorso, sia la durata della manifestazione". Per quanto riguarda le interlocuzioni con il responsabile del governo cittadino, il prefetto conferma di avere chiesto al sindaco quale sarebbe stata la location più adatta per far svolgere la manifestazione, qualora la mediazione fosse andata a buon fine.

"Mi è stata indicata piazza della Pace. La polizia ha immediatamente avviato la predetta attività di mediazione con gli organizzatori ottenendo sia la riduzione del percorso che della durata della manifestazione e l’impegno a non raggiungere piazza XX Settembre, cosa che in effetti è avvenuta essendosi conclusa in via Gramsci".

Di tutta questa situazione il Comune era "perfettamente a conoscenza già il giorno seguente al Comitato, ho avuto contestualmente modo di rassicurare circa una gestione organizzata e meticolosa dei servizi di prevenzione da parte delle forze di polizia".

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