I Carc, i collettivi e tutto l'universo della sinistra estrema extra-parlamentare hanno promesso alla premier Meloni e a tutto l'esecutivo un autunno caldo e sembrano pronti a mantenere la promessa a partire da domani, 18 ottobre. Come da copione questo sarà un altro venerdì di scioperi e proteste e poi si andrà avanti con manifestazioni di piazza il 19 ottobre e ancora il 20 e si prosegue così fino a novembre. L'elenco delle "piazze calde" lo fornisce il partito dei Carc, non certo come informazione fine a se stessa. Il loro obiettivo dichiarato è quello di rovesciare l'ordine costituito portando il disordine nelle piazze.
L'hanno scritto nero su bianco in ogni loro manifesto, l'hanno detto nelle piazze e stanno passando all'azione. Nell'ultimo messaggio che hanno condiviso sui social tengono a sottolineare che le manifestazioni che hanno elencato, di cui una nel giorno della festa delle Forze armate, il 4 novembre. Tutte manifestazioni, spiegano, "che a ben vedere, e nemmeno tanto nascostamente, hanno come 'bersaglio' comune il governo Meloni e che gli renderanno il prossimo mese tutt’altro che semplice". In particolare, dicono, i giorni più caldi saranno proprio il 18 e il 19 ottobre, sottolineando che "in potenza questa è una forza ben più ampia di quella che già il 5 ottobre ha messo in scacco il governo rendendo i suoi divieti e le sue minacce poco più di carta straccia".
Il 5 ottobre è la ben nota manifestazione per la Palestina, vietata dalle autorità, che si è trasformata in guerriglia civile per mano di un gruppetto di facinorosi. Quella che sarò in piazza, ribadiscono i Carc, potrebbe essere "una forza che può essere dirompente, che può spazzare via chi oggi governa il Paese: criminali, nostalgici del ventennio e speculatori sulla pelle delle masse popolari". Parlano al condizionale perché lamentano una divisione delle piazze e chiedono, al contrario, che vi sia un'unione delle piazze perché, dicono, "a marciare divisi si finisce per fare il gioco dei padroni, che sulla divisione delle masse popolari basano la loro permanenza al potere". Quella di cui parla il Partito dei Carc è una strategia di guerriglia: "Muoversi in autonomia, su una singola battaglia, oggi è del tutto insufficiente". È necessario, spiega, "cambiare il passo e ragionare meglio e più concretamente sulla reale soluzione, che non può che essere politica: quella del governo del Paese".
Invocano a tal proposito "un fronte di forze coordinate per rendere a tutti i livelli il Paese ingovernabile alla Meloni e al codazzo di tutte le larghe intese, per togliere loro il governo del Paese e per iniziare a ragionare su una reale alternativa a questo".
L'unione delle forze, chiede il Partito dei Carc, deve "costruire una forza dirompente capace di cacciare questo governo e imporre quelle leggi, norme e misure immediate di cui le masse popolari hanno bisogno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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