Del tema si parla da tempo, sia nell’ambito pubblico che in quello privato. L’autodisciplina sui social da parte delle diverse categorie di lavoratori è decisiva per far crescere la cultura digitale e migliorare i contenuti in Rete. Non bastano, tuttavia, dichiarazioni di buona volontà. C’è bisogno anche di codici deontologici che fissino principi chiari e precisi, prevedendo sanzioni disciplinari per chi non li rispetta. Occorre far passare il concetto che quando si sta sui social bisogna anzitutto preoccuparsi degli effetti che le nostre azioni possono avere sugli altri. I contenuti che noi condividiamo possono danneggiare l’onore, la reputazione, la privacy e altri principi tutelati dalle leggi e dunque è necessario essere attenti e prudenti.
La svolta nelle pubbliche amministrazioni
Il 7 giugno 2023 è stato approvato dal Consiglio dei ministri il nuovo codice di comportamento dei dipendenti pubblici, che contiene alcuni provvedimenti in linea con uno degli obiettivi previsti dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il testo di questo nuovo codice è particolarmente importante perché non si limita solamente a dare alcune linee guida per il comportamento dei lavoratori nel settore pubblico, ma introduce precise regole a proposito dell’utilizzo dei mezzi informatici e digitali. In un primo momento il nuovo codice era stato rigettato dal Consiglio di Stato, a causa principalmente dell’utilizzo di terminologia poco chiara a proposito degli strumenti informatici. Tuttavia, dopo l’intesa in sede di Conferenza unificata e un nuovo parere positivo della Sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato, il Governo ha varato definitivamente il nuovo Codice.
Il divieto di discriminazioni
Tra le prime indicazioni contenute nel nuovo Codice, che coinvolge tutti i lavoratori dipendenti del settore pubblico, ce n’è una riguardante le discriminazioni. Viene sottolineata l’importanza di mantenere una condotta che non vada a discriminare alcun dipendente, in base alle sue condizioni personali, genere, orientamento sessuale, differenze etniche o religiose, o disabilità. Il ruolo del dirigente e dei lavoratori sarà fondamentale nell’attuazione di questo principio.
No a offese o violazioni della privacy
Il Codice precisa che non si possono utilizzare i social network per pubblicare informazioni riservate per l’ente pubblico, oppure contenuti offensivi verso la pubblica amministrazione o i propri colleghi o collaboratori. I social possono diventare una vetrina importante per gli enti pubblici e dunque è necessario che i dipendenti tutelino l’immagine del loro ente pubblicando solo contenuti rispettosi della privacy, dell’onore, della reputazione, dell’immagine e degli altri diritti tutelati dalle leggi vigenti.
Usi personali e sanzioni
Le condotte personali dei dipendenti pubblici realizzate attraverso l’utilizzo dei social media non dovranno in alcun modo essere riconducibili all’amministrazione di appartenenza o lederne l’immagine e il decoro. In tutti i casi di violazione, è prevista l’applicazione di sanzioni.
Ogni singolo ente pubblico potrà anche adottare una “policy” relativa a ciò che sia consentito e a ciò che dovrà essere evitato, a seconda della piattaforma social di riferimento, con regole più dettagliate e legate ai singoli ambiti di operatività.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.