![Un video incastra il compagno della baby sitter. Cosa ha fatto la notte della scomparsa](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/07/1738956943-azthpne50mzhzbpw1xe1-lapresse.jpeg?_=1738956943)
Un’immagine, recita il celebre adagio, vale più di mille parole. E il frame ricavato dall’analisi delle telecamere di sorveglianza dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano suscita orrore e inquietudine. Immortala infatti l’operaio 48enne salvadoregno Pablo Heriberto Gonzalez Rivas mentre esce di casa nottetempo trascinando a fatica un pesante borsone. L’uomo è stato fermato oggi dalla procura di Milano e rinchiuso a San Vittore per omicidio volontario aggravato e soppressione di cadavere della compagna Jhoanna Nataly Quintanilla Valle, 40 anni, la baby-sitter sua connazionale che scomparsa da casa il 24 gennaio. E che dentro quel borsone ci fosse il cadavere della sua compagna, non ancora trovato, ormai è molto più che un sospetto.
In queste ore gli investigatori dell’Arma, dopo aver provveduto al sequestro, stanno infatti analizzando a fondo sia l’appartamento che l’uomo condivideva da sei anni con la compagna, alla periferia nord orientale di Milano, in piazza dei Daini, alla Bicocca, che la sua vettura. In attesa di riscontri che potrebbero portare a ulteriori inequivocabili rivelazioni, stamattina il salvadoregno potrebbe essere sentito dal gip per l’interrogatorio di garanzia in carcere.
Oggi la svolta dell’inchiesta. Gonzalez Rivas è stato portato dai carabinieri in procura intorno alle 14. Il cappuccio della felpa calato sul viso, il passo incerto, lo sguardo incredulo, il 48enne, accompagnato dai carabinieri, è stato raggiunto poco dopo dal suo legale, Paola Selleri. Indagato con l’accusa di omicidio volontario aggravato e soppressione di cadavere, una volta a confronto con l’aggiunto Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo, il salvadoregno si è avvalso della facoltà di non rispondere. Quindi è stato sottoposto a fermo e portato in carcere a San Vittore. Per i magistrati guidati dal procuratore capo Marcello Viola è lui il colpevole della misteriosa sparizione della baby sitter, della sua morte e del successivo occultamento dei suoi poveri resti.
Era stato proprio Gonzalez Rivas a denunciare la scomparsa della donna, ma soltanto una settimana dopo la sua effettiva sparizione avvenuta la notte del 24 gennaio. L’operaio si era recato dai carabinieri della stazione «Musocco» infatti solo sette giorni più tardi, il 31 gennaio, per sporgere denuncia. Un particolare questo che da subito ha insospettito investigatori e procura, ma anche le (tante) amiche della donna e una dottoressa a cui Jhoanna curava i figli e che aveva segnalato quanto fosse anomalo che la baby sitter non rispondesse più alle sue chiamate.
Va sottolineato che in sede di denuncia il 48enne si era affrettato a parlare di «allontanamento volontario», spiegando che la convivente era uscita all’improvviso di notte, quando lui stava dormendo davanti alla tv accesa. Semplicemente il mattino dopo, al suo risveglio, Jhoanna non c’era più, aveva spiegato Pablo Gonzalez Rivas. «Mancano anche abiti e una valigia» s aveva sottolineato.
Un fatto questo smentito dall’analisi dei fotogrammi delle telecamere di sorveglianza della zona dove la coppia abitava. Dalle immagini infatti la donna non viene mai vista uscire dal monolocale. Ed è invece dagli stessi frame che emerge la figura dell’operaio 48enne che trascina l’angosciante borsone.
«Stiamo solo aspettando che ci dica come l’ha uccisa e dove ha nascosto il cadavere» spiega uno degli investigatori dell’Arma impegnati in queste ore nei rilievi a casa della coppia.E il telefono della donna, spento proprio dal giorno della sua scomparsa, insieme al bancomat che Jhoanna da allora non ha più utilizzato, non possono certo far pensare a un lieto fine.
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