'Ndrangheta, l'ex assessore all'indagato: "Me lo paghi tu lo stipendio"

Nelle intercettazioni, Antonio Oliverio parla a Ivano Perego, arrestato ieri: "Dobbiamo essere una squadra unita"

«Allora sono io che devo pagare questo prezzo, perchè io faccio politica, no (...). Tu non devi mica fare politica, tu sei un imprenditore e devi fare il mestiere d'imprenditore, che mi consente anzi a me, questo è il tuo valore, hai capito... che consente a me di stare lì a rompermi i coglioni in giro con Podestà, con la politica, con le cose... e a pagarmi lo stipendio a fine mese ci pensi tu». Così Antonio Oliverio, l'ex assessore provinciale indagato nell'inchiesta per corruzione e bancarotta della Perego, parlava al telefono con Ivano Perego, uno degli arrestati per associazione mafiosa l'8 maggio 2009. Secondo il gip Giuseppe Gennari, che riporta la telefonata intercettata nell'ordinanza di arresto dell'imprenditore, si tratta della «conversazione manifesto tra Perego e Oliverio. Quella in cui il politico, con sovrano cinismo, dice a Perego non non esporsi troppo con Podestà perché poi magari rivince Penati e lui li ancora quattro contatti li ha. Quella in cui Oliverio promette a Perego di aprirgli tutte le strade. Quella in cui Oliverio dice che loro sono una squadra dove Oliverio è il capo». Secondo il magistrato, «parole di questo genere, dette da chi si candida a ricoprire ruoli istituzionali e di amministrazione della cosa pubblica, non possono che preoccupare. E preoccupano perché rivelano l'asservimento totale dell'uomo pubblico a interessi privati. Vogliamo dire che Oliverio poteva non sapere che Perego avesse la 'ndrangheta in casa e che Pavone fosse la 'ndrangheta? Ebbene, Oliverio non è raggiunto da richiesta di misura cautelare e sarà il pm ha valutare - in prima battuta - se e quali elementi di colpevolezza vi siano a suo carico e in tal senso. Tuttavia, è evidente che sono questi momenti patologici, di osmosi tra attività istituzionali e interessi particolari, che rappresentano la via di ingresso della criminalità organizzata - che già controlla i colletti bianchi - nel mondo economico e politico. Ecco parte della conversazione riportata nell'ordinanza tra O(liveiro) e P(erego): O: siamo una squadra, cioè dobbiamo essere... P: dobbiamo essere una squadra unita, bravo... O: bravo, dove io sostanzialmente per scelta... P: tu sei il mio capo referente, ho capito... O: eh ho deciso di collaborare con te in modo trasparente, chiaro, pulito quant'altro... P: giusto! O: poi insieme andiamo... P: ci buttiamo insieme... La conversazione procede e Oliveiro parla di politica. O: adesso stiamo mettendo insieme un pò di politica, però siccome non lo conosco ancora a fondo, io devo prima sentirlo, assaggiarlo... P: ho pensato io, siccome, se vogliono far crescere Podestà (Guido, presidente della Provincia, ndr) no... io dico, se vogliamo... O: eh... P: poi non lo so... O: no, no... dimmi, dimmi, dimmi... P: eh, se noi ci facciamo la pubblicità sui camion... sui miei che vanno in giro sui cassoni, dopo si toglie... (inc.)... finito si tolgono l'adesivo, e un adesivo che si attacca... O: eh... P: come, se vuoi fare qualcosa te, eh... io dico per, per spingere qualcosa... O: no, non... ascolta io c'avevo pensato a questa cosa...

no, però il problema è un'altro, perché io debbo prendere il nome di "Perego" e debbo schierarlo subito con Podestà... e se domani vince Penati (Filippo, ex presidente della Provincia, ndr)? P: eh bravo.. eh, bravo... per quello ti do ragione...».

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