Roma - La grande mareggiata è prevista per domani sera, maestrale e tramontana da ovest, con un crescendo fino a sabato. Ci sono ventiquattr’ore di tempo per recuperare i corpi intrappolati, non inghiottiti dal mare, e per scongiurare il rigurgito di carburante nelle acque del Giglio. La lista dei morti e dei dispersi continua a cambiare. Cinque cadaveri, di quattro uomini e di una donna, sono stati trovati dalle squadre di sommozzatori nella parte sommersa della poppa della Concordia. Sono undici adesso le vittime certe, ma ventotto sono i nomi delle persone mai arrivate sulla terraferma. Si continua a cercare e sette esplosioni sono risuonate intorno al grande relitto inclinato: sono i varchi aperti con una serie di cariche esplosive dai sommozzatori della Marina militare per raggiungere le parti sommerse e per recuperare vie di fuga in caso di emergenza. L’enorme scafo inabissato ha restituito ieri anche l’ultima parte mancate della scatola nera. L’hanno trovata i carabinieri sommozzatori di Genova in locali molto difficili da raggiungere. La registrazione di tutto quello che è avvenuto nella cabina di comando la notte del 13 gennaio è ora nelle mani della procura di Grosseto.
La verità è meno complicata da gestire, ma il dramma di queste ore riguarda il recupero disperato dei dispersi e l’amministrazione del rischio ambientale. «C’è il rischio che la nave scivoli più in giù e non esistono mezzi meccanici che possano trattenerla - ha detto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini - Bisogna fare in fretta». La gigantesca prua poggia su uno scoglio e potrebbe scivolare se il mare si alza. La nave si è mossa ieri soltanto di un centimetro, «l’acqua è pulita», hanno confermato i tecnici di Costa Crociere, ma il lavoro intorno alla Concordia è scandito dall’incalzare delle previsioni meteo, e già da oggi si inizierà a preparare la rimozione il carburante, oltre 2.300 tonnellate. Una barriera assorbente è stata creata intorno al relitto con i galleggianti. Per svuotare le 21 cisterne potrebbero servire cinque settimane. Il direttore delle operazioni dell’olandese Smit Salvage, Kees van Essen, ha confermato che «attualmente» nessun serbatoio è rotto, ma che i rischi per l’ambiente «ci sono sempre». Il combustibile, molto denso, l’Ifo 380, dovrà essere riscaldato prima di essere pompato. «La missione è fare presto nel massimo rispetto della vita e dell’ambiente», ha chiarito Max Iguera, il responsabile rimorchio e salvataggio. Ieri sera era attesa al Giglio da Piombino la nave «pontone» Meloria, che dovrà gestire il riscaldamento del combustibile. Le speranze per i passeggeri mai trovati sono sempre più deboli, anche se il numero dei dispersi è sceso: un tedesco si trovava a casa in Germania.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.