Ore 14.50: a Paderno Dugnano, scoppia l’inferno.L’Eureco srluna fabbrica dove raccolgono rifiuti speciali, ai margini della superstrada Milano- Meda, nel Parco del Grognotorto - va in fiamme dopo una potente esplosione. Passa un’ora.Davanti alla recinzione della ditta arrivano i parenti degli operai. Sono tanti. Vogliono capire, sapere. Difficile spiegare. Ci sono i carabinieri, i poliziotti, i vigili, i volontari della protezione civile, il sindaco e diversi assessori. Dagli ospedali di Milano giungono i nomi dei lavoratori ricoverati: a parte un ferito lieve, altri sei sono gravissimi e due di loro, in condizioni disperate (sono irriconoscibili) sono stati portati al centro grandi ustionati di Torino e Genova. Ecco che dalla fabbrica maledetta, che tutti dicono non doveva stare lì, esce il primo cittadino Marco Alparaone. Si avvicina al capannello dei parenti. Prende due donne sotto braccio. Sono sconvolte. «Signora chi aveva là dentro? » le chiede. La donna, sulla cinquantina, ha gli occhi fuori delle orbite. Le lacrime sul volto. Con la mano tormenta ibottoni del cappotto che la infagotta. «Mio marito era assunto da una cooperativa. Da loro, prendeva un misero stipendio alla fine del mese. Non sapeva certamente di rischiare la vita là dentro». L’altra, una straniera, è decisamente più giovane ma capisce bene l’italiano. O almeno, le bastano poche parole per dare l’idea al sindaco di quanto è capitato al fratello. «Sta malissimo » sussurra in lacrime. In cielo le pale degli elicotteri fanno un rumore assordante, le sirene sulle auto dei soccorritori sibilano fino all’ossessione.«Scusate,scusate dobbiamo correre all’ospedale. Abbiamo un fratello che potrebbe morire. E’ uscito da casa questa mattina alle sette. Come sempre tranquillo. Nessuno gli ha mai detto che faceva un lavoro pericoloso. Ora mi dicono che rischia la vita. Chissà cosa c’era in questo maledetto capannone. Pazzesco». È il racconto di due donne, che si sforzano di aggrapparsi ad un barlume di lucidità. Ma vince la rabbia, il dolore. La sorpresa per una tragedia, che in tanti davano per annunciata. Ieri è arrivata. Con un’esplosione, le fiamme, la colonna di fumo nero che ha invaso tutta la zona. Ecco il vigile che toglie per un attimo il nastro bianco e rosso che blocca l’uscita dell’Eureco. In auto esce un operaio. È riuscito a cavarsela per un soffio. Abbassa il finestrino. «Grazie al cielo ero fuori dal capannone. Altrimenti, avrei fatto la fine dei miei colleghi». Ma lei di cosa si occupava, che mansioni aveva? «Guardate quello che c’era da fare facevo. Comunque, spesso mi mettevo alla guida del camion per trasportare la merce». Merce? Che tipo di merce? «A me hanno detto – spiega l’operaio – che nei bidoni c’era olio bruciato. Non so altro.Se mi facevano andare in giro con materiali pericolosi, dovete chiederlo ai padroni della ditta. Non so altro. Spero solo che siano appurate le responsabilità di chi non ha evitato questa tragedia». Cala il buio.I residenti,anch’essi sconvolti dall’esplosione,raccontano che a luglio si era già verificata uno scoppio nello stabilimento che però non aveva provocato vittime. «Ho sentito da casa mia un’esplosione fortissima che ha fatto tremare i muri, seguita da diverse altre esplosioni meno intense racconta Angela Bonsanti, una donna che abita nei pressi della fabbrica- . Sono scesa in cantina armata di bastone perché pensavo che qualcuno fosse entrato nella mia casa- ha continuato- e quando ho visto fumo nero e le sirene delle ambulanze mi sono precipitata fuori. Un disastro».
L’ultima dichiarazione è quella di Michele Crapuzzo, ex assessore all’Urbanistica del Comune di Paderno Dugnano, accorso sul posto. «Ci siamo sempre opposti al fatto che questo stabilimento venisse installato a Paderno Dugnano, ma purtroppo la Regione Lombardia è passata sopra alla volontà dei cittadini » commenta amaro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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