Nissan tra «low cost» e lusso

da Ginevra

Le vetture ultra-low cost piacciono a Nissan, che già prepara la risposta alla Tata Nano grazie a un accordo con l’indiana Bajaj. In palio non c’è solo l’enorme bacino potenziale del gigante asiatico, ma anche il più maturo mercato occidentale, dove la voglia di auto a basso costo ha decretato il successo della Renault Logan.
«Se mai Tata deciderà di esportarla - dice Carlos Tavares, vicepresidente esecutivo di Nissan - dovrà comunque confrontarsi con le norme del Vecchio continente e con le aspettative dei clienti europei». Ma anche con una concorrenza che le avrà già preso le misure: «La loro è stata una mossa geniale, un’iniziativa che consideriamo seriamente tanto che con Bajaj (produttore di veicoli a due e tre ruote) la discussione è avviata. Di certo la Nano è un riferimento per posizionare la nostra proposta». Che s’inquadra non solo nella progressiva espansione in India, appena rafforzata da un’intesa per la costruzione, insieme a Renault, di un complesso industriale a Chennai capace di 400mila vetture all’anno, ma anche e soprattutto come «base di esportazione che consentirà di meglio competere nella rete distributiva globale».
L’alleanza franco-nipponica si potrà avvalere anche di un altro sito pianificato a Tangeri, in Marocco, con una capacità produttiva analoga, prevedibile piattaforma per l’export. Peraltro, lo stabilimento inglese di Sunderland gira già a pieno regime ed è in fase di ulteriore ampliamento per raggiungere le 200mila unità annue richieste dal Suv Qashqai.
Un successo di vendita, il suo, che ha fortemente contribuito al più 65% registrato nei volumi di Nissan in Europa a febbraio. «I risultati sono ottimi - sottolinea Tavares - anche a livello globale e l’anno fiscale 2007 sta segnando il record di vendite con 3,7 milioni di unità (200mila in più rispetto all'annata precedente)». Ciò che porta alle soglie dei 6,2 milioni le vendite complessive del duo Renault-Nissan: «L’alleanza si consolida e si approfondisce ogni giorno di più. Dagli investimenti sui componenti chiave ai numerosi sviluppi quotidiani che, nel rispetto dell’autonomia decisionale di entrambi, fanno leva su benchmarking e best practice condivise».
Per il terzo partner, candidata l’americana Chrysler, per ora non sembra esserci posto. «Non abbiamo fretta - puntualizza Tavares - ma manteniamo un atteggiamento di apertura. Come è tipico della nostra cultura che ha sortito tante iniziative con Mitsubishi, Chrysler, Suzuki, Mazda: nel modo di fare business di Nissan c’è sempre la ricerca di punti di comune interesse con gli altri produttori». Sul fronte commerciale un impegno particolare è d’obbligo per il lancio europeo di Infiniti, il marchio di lusso della casa, suggellato dalla presentazione al Salone internazionale di Ginevra della nuova sport utility Fx50 (dotata di un V8 di 5 litri da 390 cv). «Uno dei motivi - sostiene Tavares - per cui lo abbiamo portato in Europa (in Italia è distribuito dal gruppo Fassina) è la disponibilità del nuovo turbodiesel di 3 litri a sei cilindri: un’arma in più rispetto ai concorrenti. È vero che il mercato continentale è uno dei più difficili, ma per accreditarsi come brand globale è necessario esserci.

Non vogliamo spingere sull’acceleratore, perché è contrario all’immagine di marchio, potendo invece contare sulla qualità del prodotto, del servizio e della relazione, centrata sull’estrema cura del cliente». Elemento chiave di una ricetta che dovrebbe assicurare subito a Infiniti, nelle attese del management, una comoda crescita in doppia cifra.

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