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Non c’è tempo per dare solidarietà al Papa

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La Provincia è pronta ad abbracciare il Papa, ma quattro mesi dopo gli incresciosi fatti della «Sapienza» non è ancora in grado di esprimergli solidarietà per la rinuncia forzata alla sua presenza durante l'inaugurazione dell'anno accademico a Roma. «Genova attende questo grande evento che la porterà al centro dell'attenzione mondiale ed è pronta ad accogliere il Papa», dichiara il presidente Alessandro Repetto in consiglio provinciale, rispondendo a un'espressione di opinione di Raffaella Della Bianca (Forza Italia). Ma, tre ore dopo, quando si tratta di votare la mozione presentata dai consiglieri Paolo Bianchini (Fi), Giuseppe Rotunno (An), Renata Oliveri (Misto), Giovanni Collorado (Udc), Marco Limoncini (Lega), Massimo Pernigotti (Biasotti) sull'episodio della «Sapienza», viene a mancare il numero legale essendo rimasti solo 12 consiglieri. La solidarietà, insomma, è rimandata. Se ne riparlerà la prossima volta e sarà anche l'ultima occasione per farlo, prima della visita pontificia.
La mozione «incriminata» era vecchia di mesi, «e a questo punto credo ci sia un'implicita volontà di non votarla. Spero che il prossimo consiglio provinciale abbia il buon gusto di metterla al primo punto dell'ordine del giorno, senza presentare prima delle espressioni di opinione», afferma il relatore Paolo Bianchini.
Intanto il presidente Repetto, che nei giorni scorsi aveva definito inopportuna la contestazione alla visita del Papa, non perde tempo per ricordare l'impegno della Provincia nell'organizzazione dell'evento «dalla predisposizione del sito alla Madonna della Guardia, alla vigilanza della strada con la Polizia provinciale, alle navette con Apt per il santuario, agli spazi ricavati al liceo D'Oria per il supporto alla visita in piazza della Vittoria». Per il numero uno di Palazzo Spinola «sarebbe disdicevole che non venisse colta appieno un'occasione come questa, ma bisogna stare attenti a non scivolare in eccessi di strumentalizzazioni, perché schierarsi contro fatti religiosi, ma anche di carattere intimamente personale e spirituale può essere molto fastidioso per chi crede e inopportuno». «Le posizioni totalmente “anti” - aggiunge Repetto - sono un po' becere e, se è sempre necessario poter esprimere il confronto democratico delle idee, vanno però trovati luoghi e circostanze opportune per farlo, senza turbare un evento che coinvolge tutta la città e il territorio».
Chi non nasconde qualche preoccupazione sui rischi di una contestazione durante la visita pastorale è Raffaella Della Bianca di Forza Italia: «Non vorrei che Genova, già ricordata in passato per eventi negativi accaduti quando ha subito ingiustamente violenze, passasse sulla cronaca nazionale solo per fatti spiacevoli, anziché per tutti i suoi molti aspetti positivi». Solidarietà al Sommo Pontefice arriva da Giuseppe Rotunno (An) che esprime «stupore, sconcerto, sconforto per il documento sottoscritto da otto docenti della facoltà di Lettere e Filosofia contro la visita di Benedetto XVI: un fatto vergognoso che però va bene anche al rettore Bignardi».
Renata Oliveri considera questo episodio «più grave di quello della Sapienza dove poteva esserci una parvenza di difesa della laicità e forse più grave del sabotaggio alla visita nella scuola di Pieve del cardinale Angelo Bagnasco. Anche don Gallo ha criticato aspramente queste contestazioni. Nella visita del Sommo Pontefice non c'è nulla di provocotario».


Il vice presidente del consiglio provinciale Barsotti si chiede «perché in un paese cristiano e cattolico l'unica voce che può essere liberamente contestata in determinate università e facoltà sempre pronte a tutelare altre religioni, è quella dei cristiani. Bisogna tornare alla normalità oggettiva».

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