Una conoscenza dell'italiano tale da permettergli di trafficare cocaina, ma, a quanto pare, non sufficiente per tenerlo in carcere anche se colpevole. Un albanese di 27 anni che era stato arrestato il 25 settembre mentre, impegnato in una consegna, trasportava in auto ben 11 chili di cocaina nel bagagliaio della sua auto, è stato liberato dal tribunale del Riesame di Brescia dopo appena due settimane di custodia cautelare. Il motivo? L'uomo non parla l'italiano e l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip dopo l'udienza di convalida dell'arresto eseguito dalla Guardia di finanza di Bologna non è stata tradotta in albanese. Secondo il Riesame la mancata traduzione nella sua lingua madre degli elementi d'accusa avrebbe impedito infatti all'uomo di potersi difendere.
«Il gip - si legge nella disposizione del Riesame che ha accolto il ricorso del difensore dell'albanese, l'avvocato Stefano Afrune - era a conoscenza che l'indagato non conosceva la lingua italiana e, a comprova di ciò, celebrava udienza di convalida avvalendosi di un interprete rintracciato, stante la tempistica ristretta imposta dalla necessità di provvedere alla convalida dell'arresto, fra i detenuti della casa circondariale di Brescia».
«L'ordinanza restrittiva, emessa successivamente all'udienza di
convalida, non veniva tradotta in lingua albanese di talché consegue la nullità della stessa» in applicazione dell'«insegnamento di legittimità impartito» dalle sezione Unite della Cassazione con la sentenza del 26 ottobre 2023.
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