nostro inviato a New York
Fa una certa, positiva, impressione camminare per le strade affollate di Manhattan e ritrovarsi davanti alle vetrine di una salumeria all'italiana. «La salumeria Rosi» si trova nell'Upper west side a due passi dal parco. Con il famoso Parmacotto, che ha reso celebre la famiglia Rosi, ma anche prosciutti crudi, salami, mozzarelle, conserve e olio d'Oliva (purtroppo ce n'è pure uno al gusto di arance). L'idea di questo geniale imprenditore parmigiano è quello di fare da sé. Marco Rosi è riuscito in trent'anni a portare il fatturato di una salumeria a 140 milioni di euro, di cui il 10% viene esportato. Si è inventato la vaschetta trasparente per gli insaccati.
Ha 350 dipendenti, quattro stabilimenti produttivi e un laboratorio di ricerca e Sviluppo. E ora vuole fare il grande salto. Un po' come quei grandi sarti italiani che sono passati dalle principesse di casa nostra alle vetrine di Madison Avenue, Rosi vuol portare il nostro settore agroalimentare direttamente in America. Senza troppe intermediazioni. Il primo negozio monomarca l'ha inaugurato ieri. Altri 4 sono in pista. Per un investimento complessivo di 5 milioni. Alessandro Rosi, il figlio del fondatore e ad, ieri ricordava: «Il mercato delle specialità gastronomiche che richiamano l'Italia vale in America 17 miliardi di dollari, ma solo una fetta infinitesimale è fatta di prodotti davvero made in Italy». Alla presentazione della salumeria Rosi c'erano il presidente dell'Ice, l'ambasciatore Vattani e lo scenografo degli Oscar, Dante Ferretti, che ha disegnato gli interni. «Ho pensato questo spazio - dice Ferretti - senza colore perché il colore deve arrivare dalla bontà dei prodotti che qui si consumano».
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