Pyongyang - Doppia sfida della Corea del Nord alla comunità internazionale: nella stessa giornata il regime nordcoreano ha compiuto il secondo test nucleare della sua storia e effettuato il lancio di tre missili con una gittata di 130 chilometri. È stato lo stesso governo di Kim Jong-il ad annunciare di aver condotto un test atomico più potente di quello dell’ottobre 2006 che scatenò l’indignazione e la preoccupazione del mondo intero. Da quando il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva inasprito le sanzioni contro il regime in seguito al lancio di un missile balistico in grado di raggiunger il territorio statunitense, la Corea del Nord minacciava al ripresa degli esperimenti nucleari. "Il test sotterraneo è stato condotto con successo" si legge in una nota dell’agenzia ufficiale Kcna, "e fa parte delle misure per rafforzare in ogni modo il potere di deterrenza nucleare". Poche ore dopo dal poligono di Musudan-ri, lo stesso dal quale partì il 5 aprile scorso il missile balistico Taepodong 2, sono stati sparati tre missili terra-aria a corta gittata. Secondo il ministero della Difesa russo, la potenza dell’esplosione, registrata 80 chilometri a nordovest della città di Kilju, è stata tra i dieci e i venti chilotoni, cioè tra dieci e venti volte la potenza del test dell’ottobre 2006. L’esplosione ha provocato un sisma di 4,5 gradi sulla scala Richter, decisamente più violento di quello di 3,6 gradi del 2006 e quindici chilometri più a nordest. "Il test" si legge nella nota del governo di Pyongyang, "è stato condotto a un livello più alto in termini di tecnologia impiegata nel controllo e di potenza esplosiva. Il risultato permette di risolvere in modo soddisfacente i problemi che erano sorti sul fronte scientifico e tecnologico nell’ulteriore sviluppo di armi e tecnologie nucleari". Il regime definisce il successo del test "una fonte di ispirazione per l’esercito e il popolo della Repubblica" e "un contributo alla difesa della sovranità del Paese e del socialismo per garantire la sicurezza e la pace nella penisola coreana e nella regione". Fonti Usa hanno rivelato che il regime di Pyongyang aveva dato a Washington un preavviso di meno di un’ora e non ha fatto alcuna richiesta. Il test è stato condannato da tutta la comunità internazionale. La Cina ha fatto sapere di essersi opposta con fermezza e la Russia ha espresso forte preoccupazione.
Obama: comunità internazionale deve reagire "Gli Stati Uniti e la
comunità internazionale devono reagire in risposta" al test nucleare avviato dalla Corea del
Nord. È quanto ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Obama ha preso la parola
prima della cerimonia in onore del Memorial Day - la festività nazionale che cade oggi e con cui
si ricorda il sacrificio compiuto dai soldati americani in guerra.
Il presidente americano ha ribadito in particolare che il test nucleare della Corea del Nord
rappresenta "una grande minaccia alla pace e alla sicurezza del mondo" e che si tratta anche di
una "violazione sfrontata delle leggi internazionali". Obama ha affermato dunque di "condannare questa azione sconsiderata".
Clinton: "Risposta forte" Hillary Clinton ha chiesto a
Giappone e Corea del Sud un approccio "forte, unico e globale" alla
minaccia nucleare nordcoreana. Lo ha riferito il portavoce del
segretario di stato americano, Ian Kelly.
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