Oslo - La polizia polacca sta indagando per appurare eventuali complicità fornite nel Paese per le stragi in Norvegia, ma nessuno è stato incriminato o arrestato. "Stiamo indagando dietro richiesta della polizia norvegese", ha confermato la portavoce della procura di Breslavia, Malgorzata Klaus, aggiungendo di non poter fornire dettagli per proteggere l’inchiesta. Intanto l’autore delle stragi, Anders Breivik, ha confessato davanti al giudice di aver commesso i due attentati ed è stato incriminato per atti di terrorismo. Il giudice ha disposto una custodia cautelare di otto settimane, il massimo consentito dalla legge, di cui quattro in totale isolamento: Brevik avrebbe agito con due cellule. Secondo la Bbc, Breivik si è dichiarato non colpevole spiegando che voleva salvare la Norvegia e l’Europa occidentale "dal marxismo culturale" e inviare "un forte segnale al Paese, affossato dai laburisti".
La polizia rivede il bilancio dei morti La polizia norvegese ha rivisto al ribasso il numero delle vittime del campeggio di Utoya, portando il bilancio a 68. I morti della bomba nel centro di Oslo sono stati invece aumentati, passando da sette a otto. Il totale è quindi di 76 vittime. La polizia, che ha giustificato la confusione sui numeri con la difficoltà a raccogliere informazioni a Utoya, ha aggiunto che tutti i corpi ritrovati sull’isola sono stati portati sulla terra ferma, ma che è tuttora in corso il processo di identificazione; e che stamane sono proseguite le ricerche sottomarine nel fiordo dell’isola. Per quanto riguarda i quattro-cinque dispersi, il funzionario di polizia Oeystein Maeland ha detto che al momento non posso essere confermati e che si attendono ulteriori verifiche.
Superblindata l'aula dell'udienza E' durata meno di un’ora l’udienza preliminare di Anders Breivik. Il trentaduenne è arrivato nel tribunale di Oslo i un’auto che è stata tempestata di pugni dalla folla in attesa. E mentre si cercano possibili complici tra i movimenti di estrema destra di altri Paesi a mezzogiorno la Norvegia si è fermata per ricordare con un minuto di silenzio le vittime degli attentati. All’omaggio, guidato da re Harald e dal premier, Jens Stoltenberg, nella cerimonia davanti all’università della capitale, si sono uniti anche gli altri Paesi scandinavi. All’arrivo in tribunale Breivik ha rischiato il linciaggio mentre l’auto blindata della polizia su cui viaggiava si faceva largo tra la folla. Al grido di "traditore" e "assassino", la gente ha battuto con i pugni sui vetri, prima che intervenissero gli agenti. Insultato anche il suo avvocato.
Le "deliranti" ragioni di Breivik L’udienza si è tenuta a porte chiuse, anche se Breivik aveva chiesto che si svolgesse alla presenza del pubblico per poter spiegare le sue deliranti "ragioni". Il giudice ha tuttavia stabilito diversamente, anche su input della polizia che temeva che Breivik potesse mandare messaggi in codice a possibili complici. Pur avendo ammesso il massacro, l’autore delle stragi erano intenzionato a dichiararsi non colpevole. Intanto, è giallo sulla notizia del fermo a Breslavia, in Polonia, di un commerciante di prodotti chimici online, da cui forse si sarebbe rifornito Breivik; la polizia ha smentito l’arresto ma ha confermato che sono in corso indagini per appurare eventuali legami con le stragi. "Stiamo indagando dietro richiesta della polizia norvegese", ha spiegato il portavoce della procura di Breslavia, Malgorzata Klaus. Era stato lo stesso assassino, nel suo memoriale di 1.500 pagine postato su internet 6 ore prima della strage, a citare un fornitore di prodotti chimici sulla Rete.
"Pronto a passare la vita in prigione" Due psichiatri valuteranno lo stato mentale di Breivik. L’uomo, ha riferito la polizia norvegese nel corso della conferenza stampa a Oslo sugli ultimi aggiornamenti sul caso, durante gli interrogatori si è mostrato calmo e si è detto pronto a trascorrere il resto dei suoi giorni in una prigione.
Le reti delle destra europea Anche in Gran Bretagna, Scotland Yard ha avviato un’inchiesta per far luce possibili complicità, dopo che nel memoriale su internet erano emersi diversi riferimenti al Regno Unito e un "mentore" di nome Richard. Per approfondire i possibili legami tra la strage di Oslo e i movimenti dell’estrema destra europei, inoltre, l’Europol, l’agenzia anticrimine dell’Ue, ha costituito una speciale task force con esperti di antiterrorismo provenienti da tutta Europa. Intanto, continuano ad emergere nuovi dettagli sulla strage.
Secondo un tabloid, Breivik aveva assunto degli anabolizzanti prima delle stragi e avrebbe voluto concedersi anche vino rosso e due squillo di lusso. E spunta anche un eroe della famiglia reale. Si tratta di Trond Bernsten, poliziotto e fratellastro della principessa Metti-Merit, che sarebbe morto mentre tentava di bloccare il cecchino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.