Dai laboratori del MIT, il Massachusetts Institute of Technology, escono idee e ritrovati che fanno scuola e che, storicamente, hanno spinto le tecnologie che oggi vengono usate in diversi comparti, tra i quali la medicina, la sicurezza informatica o l’energia nucleare.
Alla fine dell’anno, il MIT si concentra anche sulle tecnologie fallimentari, offrendo così uno spaccato di ciò che ha in qualche modo frenato l’avanzata tecnologica.
L’analisi coinvolge molte tecnologie ed è da considerare frutto del punto di vista degli esperti del MIT, quindi del tutto sindacabile.
La prima tecnologia messa sotto la lente riguarda un fatto di cronaca recente che si è concluso in modo tragico, ma ci sono anche aspetti meno gravi.
Il Titan
Le vicende del sommergibile Titan hanno guadagnato gli onori della cronaca all’inizio dell’estate 2023, quando è imploso mentre cercava di raggiungere il relitto del Titanic. Il tentativo di scrivere una nuova pagina dell’esplorazione dei fondali marini e oceanici si è concluso in tragedia. Il MIT ha valutato il progetto come fallimentare, perché il Titan non aveva certificazioni di sicurezza (quindi standard che ne comprovassero l’affidabilità) e l’idea di raggiungere tali profondità (circa 4.000 metri) è apparsa da subito balzana.
La carne coltivata in laboratorio
Per il MIT la produzione su larga scala di carne coltivata in laboratorio resta un miraggio dal punto di vista economico. Il riferimento è al caso della startup Upside Foods che, come emerso nel corso del 2022, adottava un sistema molto costoso per la produzione, vantando però di avere messo a punto una tecnica molto meno costosa.
Upside Foods ha preso la parola, sostenendo che il MIT non avesse compreso appieno il potenziale della tecnologia usata e, pure ammettendo di dovere superare delle difficoltà, ha dichiarato di volere continuare a lavorare per migliorarla.
Tuttavia, il MIT è rimasto fedele alla propria idea: la produzione di carne coltivata non è ancora sostenibile dal punto di vista economico e, di conseguenza, la tecnologia su cui fa leva è (per il momento almeno) da bocciare.
I robotaxi di General Motors
La divisione Cruise di General Motors ha fornito taxi senza conducente che sono stati testati in diverse città americane, tra le quali figurava anche San Francisco. Il dipartimento della Motorizzazione civile della California ha però deciso di sospendere il servizio a causa di diverse lacune nella sicurezza, giudicate di difficile gestione. Una decisione presa a ottobre del 2023 che non riguarda i robotaxi in servizio in Texas e in Arizona. Per il MIT però, stando ai fatti, appare evidente che la guida autonoma si dimostri ancora immatura soprattutto a fronte degli ingenti investimenti che ha attirato.
La geoingegneria solare
Il MIT sostiene che si tratti di una tecnologia interessante ma non si può escludere che nasconda rischi sia per l’uomo sia per l’ambiente. Un pericolo grave, soprattutto se si considera che lo scopo della geoingegneria solare è proprio quello di ridurre fino al 2% la quantità di radiazioni solari che la Terra assorbe. Oltre al MIT, anche Bruxelles ritiene che le conseguenze dell’uso di questa tecnologia sul lungo periodo sono ignote e, come tali, possono rappresentare un livello di rischio elevato.
In breve, la geoingegneria solare tende a gestire le radiazioni rilasciando anidride solforosa con l’obiettivo di attenuare la luce solare e di conseguenza abbassare le temperature.
L’AI Pin di Humane
Uno smartphone senza display che proietta immagini su una superficie (tipicamente la mano di chi lo usa). Si può indossare come una spilla ed è dotato di microfono, fotocamera e sensori di Intelligenza artificiale capace di diventare un assistente virtuale. Il MIT non boccia il progetto in sé quanto il costo del dispositivo il cui prezzo è di 699 dollari (oggi 640 euro circa) e il costo dell’abbonamento mensile di 24 dollari (22 euro), riconoscendo anche qualche limite nell’usabilità. Può essere una valida alternativa agli smartphone come li conosciamo oggi ma il lavoro da fare è ancora tanto.
Il superconduttore
Un gruppo di ricercatori della Corea del Sud ha annunciato di avere trovato un materiale, chiamato LK-99, capace di superconduttività a temperatura ambiente. Una scoperta scientifica che può dare il la a nuove batterie e persino avere ricadute positive in ambito nucleare. Tuttavia, nonostante l’entusiasmo iniziale, i fisici che hanno messo mano al nuovo superconduttore non sono riusciti a replicare i risultati, elemento indispensabile affinché un progetto scientifico sia valutato in modo attendibile.
Insomma, non propriamente una bufala, ma un esperimento riuscito una sola volta probabilmente perché la ricerca è stata svolta in modo impreciso e perché i ricercatori si sono fatti prendere da un facile entusiasmo.
E il vincitore è…
La plastica.
Il MIT, pure lasciando per un attimo il territorio delle peggiori tecnologie del 2023, ha sottolineato che – nonostante tutti gli sforzi fatti nel tempo per arginare il problema dello smaltimento delle plastiche – non ci sono ancora risultati degni di rilievo. Risultati che si possono ottenere soltanto mediante un trattato internazionale e grazie all’uso di materiali riciclati o di materiale completamente nuovi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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