DI Works e il futuro che nasce nel centro di Milano

La sede di DI Works a Milano bisogna conoscerla per trovarla

DI Works e il futuro che nasce nel centro di Milano
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Le cose più incredibili spesso si nascondono nel centro di una grande città, all’interno di un cortile dove sta nascendo il futuro. La sede di DI Works a Milano, infatti, bisogna conoscerla per trovarla. Eppure la sua innovazione sta rivoluzionando lo sviluppo dei prodotti di alta gamma, tanto che - entrando nell’open space dove tutto succede – campeggiano i nomi di grandi aziende come partner, alcuni dei quali però oscurati dal top secret. Il che rende questa storia ancora più affascinante.

DI Works è dunque una realtà italiana che integrando informazioni, tecnologie e materiali per fornire soluzioni avanzate per alcuni dei più grandi brand internazionali attivi in settori strategici come fashion/luxury, automotive, robotica e elettronica di consumo: «Qui non esiste l’impossibile – dice Marco Rosetti, l’ad della società -. O meglio: solo una volta non siamo riusciti a trasformare l’idea in un risultato finale, ma ci sono limiti che non si possono superare. Per ora…». D’altronde: l’azienda nasce dall’esperienza di Design Innovation e BTS Group, che vantano una storia di oltre 25 anni e una trasformazione al passo coi tempi. Fondata nel 1998, Design Innovation e diventata prima in BTSDI nel 2016 e poi in DI Works proprio quest’anno grazie all’acquisizione da parte di i2d, startup digitale focalizzata sullo sviluppo di applicazioni di intelligenza artificiale per ricerca e sviluppo, con BTS Group rimasto socio di minoranza. Un’evoluzione cruciale per rafforzare ulteriormente l’offerta tecnologica e la capacità di rispondere alle esigenze del mercato internazionale.

L’approccio di ciò che succede lì dentro unisce sviluppo prodotto, scouting tecnologico e consulenza per l’innovazione dei processi. Un laboratorio, in pratica che supporta i clienti nella generazione di nuovi prodotti, ottimizza la catena di supporto e sperimenta nuove tecnologie con uno studio innovativo dei materiali che arriva fino alla miniaturizzazione più estrema: «Per esempio – racconta ancora Rosetti – io che ho dei problemi di udito mi avvalgo di questi occhiali che indosso nei quali abbiamo inserito dei sensori nelle stanghette: il risultato è che guardando una persona riesco a isolare la sua voce e sentire bene quello che dice». Solo un esempio, ovviamente, di tutto quello che c’è sui tavoli del laboratorio-azienda, come il materiale speciale da utilizzare sulle auto di alta gamma per far diventare le pareti del cruscotto uno schermo nascosto: «Chi spende tanto per un’auto deve avere delle esperienze altamente tecnologiche».

DI Works ovviamente fa ampio uso di intelligenza artificiale, anche grazie a tecnologie proprietarie avanzate come InsightGPT (un software che raccoglie e analizza in tempo reale i feedback degli utenti finali, trasformandoli in preziosi consigli per un processo di progettazione continua) e RD+, la piattaforma che consente di intercettare rapidamente trend emergenti e nuove esigenze del mercato. Il tutto si traduce in YouFeed, una soluzione che permette ai clienti finali di registrare valutazioni vocali immediatamente dopo l’esperienza d’uso del prodotto e le condivide rapidamente grazie a una serie di punti di accesso fisici e digitali, progettati proprio per facilitare il feedback spontaneo. Un supporto che garantisce un vantaggio competitivo per le aziende che li utilizzano. E tutto questo ha portato allo sviluppo di oltre 300 progetti sviluppati in 10 anni grazie al team di 15 professionisti e partnership con aziende del calibro di Essilor Luxottica, Iqos, DalBello, La Marzocco e appunto i principali marchi del settore fashion/luxury.

«Abbiamo trasformato la percezione del design, focalizzandoci sull'aspetto funzionale del prodotto e integrando soluzioni connettibili e basate sull’AI», spiega ancora l’Ad durante il giro tra i tavoli, accompagnato dal Design Engineer Michele Bancale, “mente” delle soluzioni che puntano, come giusto che sia, anche alla sostenibilità. E così ecco apparire prodotti indossabili, schermi per la realtà aumentata, un dispositivo robotico per la riabilitazione del polso, indumenti connessi per la sicurezza nei cantieri, piuttosto che smart tag per la prevenzione di infortuni.

Il futuro, insomma, che in realtà è già presente in quel cortile così nascosto da assomigliare a quei garage che hanno fatto la storia della tecnologia: «Il domani appartiene a chi ha il coraggio di affrontare nuovi orizzonti: non accettiamo di lavorare con chi non accetta il rischio». E detto così, questa storia sappiamo già come andrà a finire.

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