Alla fine, Lorenza Lei manda giù la pillola: dà il via libera al programma di Vittorio Sgarbi che la fa tanto impensierire per via della puntata su Dio, ma chiede e ottiene garanzie sui contenuti.L’ultimo capitolo della vicenda Sgarbi è di ieri pomeriggio: si sarebbe trovato un accordo (di quelli pateracchio a cui ci ha abituati la Rai) in base al quale il professore riottiene la possibilità in andare in onda in diretta, però rinuncia (più o meno) alla puntata dedicata a Dio. In sostanza Sgarbi è riuscito ad evitare di essere controllato preventivamente attraverso la registrazione del programma.
Anche il titolo del programma è cambiato: da Il mio canto libero (che poteva creare problemi di diritti con la famiglia Battisti) a Ora ci tocca anche Sgarbi . Il fatto è che con il critico non si è mai sicuri: perché l’accordo prevede che si parli del padre. Ma con la p maiuscola o minuscola? A far pensare che si propenda per la prima versione è che la scaletta e gli ospiti del programma noncambierebbero sostanzialmente. La questione è molto complicata: nei prossimi giorni può capitare qualsiasi cosa. Tutto nasce dai dubbi di Lorenza Lei che si è trovata tra le mani la patata bollente lasciatele in eredità da Mauro Masi. In particolare il neo dg non voleva dare l’assenso, pochi giorni dopo la nomina (avvenuta con il beneplacito del Vaticano), a una trasmissione che potesse offendere la Chiesa. Il programma, a poche ore dalla messa in onda prevista per il 18 maggio, ha rischiato di saltare. In breve la ricostruzione della vicenda: l’azienda, nella persona di Lorenza Lei, aveva posto condizioni come il divieto di andare in diretta, il blocco della prima puntata sul tema della religione, passando direttamente alla seconda dedicata alla «bellezza » e anche il cambio del titolo.
Sgarbi riteneva «inaccettabili » queste condizioni e minacciava di non fare più la trasmissione: ieri ha scritto una lettera al direttore generale ribadendo di aver tenuto un «comportamento correttissimo e trasparente » e che «titolo, orari, giorni di messa in onda, diretta e contenuti erano stati concordati con l’ex dg Mauro Masi» (il quale, con una dichiarazione all’Ansa, ha confermato tutto). Si prevedevano anche lettere di richiamo perché il critico avrebbe assalito il dg con parole dure - come lui stesso ammette nella sua missiva - «in un crescente sfogo e in un disappunto che mi ha visto imprecare»: facile immaginarsi la telefonata. Insomma, un grande caos. Dal quale sorge spontanea una domanda: come è possibile che un’azienda,qualunque cambio di direzione affronti, decida dapprima diaffidare una trasmissione a una persona notoriamente problematica, indipendente, provocatoria di professionecome Sgarbi e poi si spaventi di quello che mette in piedi? Nessuno che conosca il professoresi potrebbe aspettare da lui un «programmino » sonnacchioso e ubbidiente ai canoni del primo canale.
Né che avrebbe seguito i normali criteri organizzativi dell’azienda (si narrano leggendarie riunioni notturne a casa di Sgarbi insieme agli autori che terminano alle quattro di notte e a cui i dirigenti Rai si sarebbero rifiutati di partecipare). Infatti il critico aveva pensato per la prima puntata di cominciare nientemeno che con Dio: in studio voleva Matthew Fox, il prete eretico e critico verso la teologia ufficiale. È questo l’ospite che ha scatenato le ire della Lei. Fox però avrebbe avuto come controcanto il vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò.
La puntata si apriva con un monologo di 22 minuti di Sgarbi e si concludeva sempre con lui che parlava con Dio. In scaletta anche Morgan travestito da diavolo caravaggesco e un excursus sui santi, laici, cattolici. Chissà quanto di questo si vedrà in onda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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