Dresda - Il presidente americano Barack Obama e il cancelliere tedesco Angela Merkel hanno pregato assieme per la pace a Dresda nella Frauenkirche, la chiesa di Nostra Signora, considerata una simbolo di riconciliazione. "L’umanità spera per la pace in luoghi come questi dove ognuno può vedere come sia possibile la riconciliazione fra nemici", ha detto il vescovo Jochen Bohl, aggiungendo di voler pregare "in particolare per la comprensione fra israeliani e palestinesi", fra il mondo islamico e l’Occidente. Obama e Merkel hanno ascoltato la preghiera con il capo chino e le braccia conserte. Subito dopo Obama ha fatto visita il campo di concentramento di Buchenwald. "Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad dovrebbe visitare questo posto - ha commentato - non ho pazienza con chi nega la storia. E la storia dell’Olocausto non ha nulla di ipotetico".
La visita a Buchenwald Obama visita il lager di Buchenwald insieme ad Angela Merkel ed Elie Wiesiel, il premio Nobel per la Pace sopravvissuto all’Olocausto. Lo scrittore, nato in Romania e naturalizzato statunitense, ha accompagnato il presidente nella visita nel lager, il più grande costruito dai nazisti sul territorio tedesco dove sono state uccise 56mila persone, dove è stato portato nel 1945 dai nazisti in guga da Auschwitz, dove era stato rinchiuso e dove sono state uccise la madre ed una delle sorelle. Prima della visita, durante la confernza stampa a Dresda, Obama aveva spiegato che questa sarebbe stata la sua prima visita ad un campo di concentramento ed aveva scelto questa opportunità per "riflettere su questo capitolo molto difficile della storia". Il presidente ha poi ricordato il suo "legame personale" con Buchenwald, raccontando la storia dello zio Charlie, lo zio della madre che giovanissimo fu tra i soldati americani che entrarono per primi nel campo appena liberato.
Merkel: viaggio altamente simbolico "La natura di questo viaggio è altamente simbolica", ha detto la cancelliera tedesca, Angela
Merkel, riferendosi alla visita del presidente americano in Germania. E riferendosi al discorso di ieri in Egitto il capo del governo tedesco ha ribadito: "In Medio Oriente c’è bisogno di una soluzione a due Stati".
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