Dopo «Pandora», il Franco Parenti propone l'ultimo spettacolo del Teatro dei Gordi: «Note a Margine», da oggi al 15 novembre, con la regia di Riccardo Pippa, e con gli attori Claudia Caldarano, Cecilia Campani, Giovanni Longhin, Daniele Cavone Felicioni, Antonio Gargiulo, Zoe Guerrera, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Scarlattei Maria Vittoria, Matteo Vitanza, in residenza al Parenti, grazie all'interesse sia di Andrée Ruth Shammah che di Raphael Tobia Vogel, i quali hanno riconosciuto, nel gruppo, una forma di teatro non comune che dà poco spazio alla parola, avendo affidato, la propria inventiva scenica, a una particolare gestualità che non è proprio di chi esercita la professione di mimo.
Chi ha visto «Pandora», ambientata in un bagno pubblico, non può non avere percepito la forte novità apportata al gesto teatrale, capace di alternare momenti di mimesi con altri di atmosfera surrealista, grazie a una combinazione che dà spazio a una forma di comicità che alterna momenti ironici, appartenenti a una tranche de vie, con altri di finta sofferenza, se non di patologie, con riferimento a forme di disagio sociale. Non voglio scomodare il gesto poetico di Jacques Lecocq, già compagno di strada del trio Franco Parenti, Dario Fo, Giustino Durano, che indirizzò il mimo verso un lavoro collettivo che ricorda quello dei Gordi, né voglio scomodare Etiene Decroux, il vero interprete di un teatro gestuale contemporaneo. Di sicuro c'è il fatto che, anche i Gordi, credono in un teatro fisico, immerso, non tanto in forme metafisiche, bensì in forme di accadimenti che hanno un diretto rapporto col mondo reale. La loro gestualità assume connotati sociologici, grazie al rapportarsi con i comportamenti umani, sia in un luogo pubblico, sia in un luogo dove si consuma una cerimonia funebre, con la partecipazione di amici e parenti, analizzati nei loro atteggiamenti eccessivi. «Note a margine» è costruito intorno a una bara aperta, arricchita da paramenti, da fiori, col gruppo di visitatori che viene a dare l'ultimo saluto al morto. È, a questo punto, che si scatena la condotta dei partecipanti, con le loro maniere di rapportarsi con la morte, sempre in cerca di situazioni comiche, generate, non tanto dal rapporto gesto-parola, quanto dal rapporto gesto-vita, con i suoi confini, le sue vibrazioni, le varie forme di ipocrisie, messe in evidenza da un finto dolore, da una falsa partecipazione, da una calcolata dissimulazione, attraverso una recitazione mai alterata, perché simile al vero e aderente ai personaggi, costretti a simulare dei sentimenti inesistenti.
Lo spettacolo è immerso in uno spazio anonimo, dove arrivano amici e parenti, per portare il loro commiato, in un crescendo di comicità che è diventato uno stile, tipico dei Gordi, secondo uno schema ben collaudato, nel quale, la partitura scritta ha lasciato il posto a una partitura fisica, generata, a sua volta, da
una attenta analisi, di tipo antropologico. Riccardo Pippa sostiene che il loro modo di recitare consiste, proprio, nel guardare in faccia la realtà e nel raccontarla senza retorica, ma con semplicità e senso dell'ironia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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