La sinistra è veramente nei guai. Lo è perché questo Paese è di destra: moderata e post-democristiana, ma destra; poco liberale e pochissimo libertaria, ma destra. Negli ultimi tre lustri tutto era sembrato possibile: ma adesso che questo Paese si è infine identificato in Silvio Berlusconi, superando resistenze e dubbi anche comprensibili, fargli cambiare idea sarà difficilissimo. Anche perché questo Paese, di converso, non è di sinistra: e la sinistra italiana, di fronte a questo, resta divisa tra chi pensa che la sinistra debba perciò cambiare il Paese e chi pensa invece che il Paese, per com’è, debba cambiare la sinistra: rendendola più simile e consonante a ciò che gli italiani semplicemente sono.
Beninteso, sarebbe anche normale una sinistra che fosse divisa tra una parte più realista e governativa e una parte più utopica e di opposizione: il problema è che a spaccarla, a cannibalizzare ogni riflessione ed evoluzione di sinistra, c’è un partito di destra: l’Italia dei Valori, la peggiore destra possibile. A dilaniare la sinistra c’è un omone che non pensa che a sinistra ci sia troppo antiberlusconismo, ma che non ce ne sia abbastanza.
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