Ora Google fa "sparire" le foto dell'ex

Con una app Google foto permette di nascondere le facce "indesiderate" tra quelle immortalate nell'album. E intanto Apple impara a parlare berbero

Ora Google fa "sparire" le foto dell'ex

Faticate a liberarvi del vostro ex o a dimenticarlo? Almeno con le sue foto Google vi dà una mano. Google foto, piattaforma dedicata alle immagini lanciata a maggio con già 100 milioni di utenti, ora consente di nascondere le foto di ex fidanzati o coniugi. Con l'aggiornamento dell'applicazione, che usa il riconoscimento facciale per catalogare gli scatti, si potrà scegliere di non vedere più le immagini di una particolare persona senza doverle per forza eliminare. Le immagini rimangono in memoria, ma non compaiono quando si sfoglia la sezione "Persone", dedicata ad amici e familiari.

L'aggiornamento della app è disponibile per i dispositivi Android ed è in arrivo per Apple e per il web. Aiuta appunto a non rischiare di imbattersi senza volerlo nella faccia di chi preferiamo non vedere. Basta inserire il nome della persona "bannata" tra quelli da non mostrare. Il filtro si attiva nella cartella "Persone" e fa anche in modo che le foto sgradite non siano mostrate in "Riscopri questo giorno" nell'anniversario dello scatto. La stessa possibilità è stata introdotta da Facebook in "Accadde oggi", che ripropone immagini e post vecchi nel giorno dell'anniversario. Tra le preferenze infatti possono essere inseriti i nomi e le date indesiderati.

Anche Apple ha una novità per iPad e Mac: riguarda le lingue che si possono usare nei dispositivi. Adesso iPhone, iPad e Mac parlano anche berbero, l'antica lingua delle popolazioni autoctone del Nord Africa. L'annuncio è del 2012, ma finora era rimasto una promessa. Oggi, con il nuovo sistema operativo iOS9, Apple ha inserito la lingua Tamazight tra quelle della tastiera. Cupertino segue e migliora l'esempio di Microsoft che aveva incluso il berbero in Windows 8. L'attuale re del Marocco Mohammed VI nel 2011 ha riconosciuto ufficialmente lo status di lingua al berbero, che è scritto in caratteri simili al cirillico e al greco antico.

Ma questo idioma di origine camitica, e non semitica come l'arabo, ha radici antichissime. È probabilmente quello che già parlavano il sovrano Massinissa e l'imperatore di Roma Settimio Severo, oltre a San Vittore e Sant'Agostino. Tutti personaggi originari del Maghreb, dal Marocco all'Egitto, zona che il popolo amazigh abita almeno da 20mila anni prima di Cristo.

In Marocco il berbero affianca il francese e l'arabo sui cartelli ufficiali. Oggi i berberi abitano nell'area della catena montuosa dell'Atlante. Fieri della propria storia, tramandano la lingua di generazione in generazione.

L'orgoglio identitario si legge anche nella loro "Z" che somiglia a un omino stilizzato e che traduce in un simbolo la parola "amazigh", cioè "uomini liberi", mai sottomessi all'Islam. Manca solo Google: se aggiornerà Android e Chrome, il berbero entrerà di diritto anche nella babele della tecnologia.

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