
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, è una delle patologie oculari più diffuse al mondo e solo in Italia colpisce circa un milione di persone. Stiamo parlando del glaucoma, ovvero una malattia che compromette la funzione visiva a causa di un progressivo danneggiamento del nervo ottico.
Per diffondere quanto più possibile informazioni in merito a questo disturbo subdolo e pericoloso, prenderà il via il 13 marzo, a Genova, l'ottavo Congresso dell'Associazione italiana per lo studio del glaucoma. L'evento affronterà temi di stretta attualità: dalle sfide della ricerca alle opzioni chirurgiche, dai danni alla nuova frontiera della neuroprotezione.
«Questa patologia - spiega il professor Stefano Miglior, ordinario di Malattie dell'apparato visivo presso l'Università Bicocca di Milano - purtroppo non dà sintomi e quando li dà e spesso troppo tardi. Risulta difficile stabilire il numero dei soggetti che ne sono interessati. Molti infatti non sanno di essere malati poiché non si sottopongono a controlli periodici del fondo oculare, della pressione dell'occhio e del campo visivo».
Tipologie di glaucoma
Esistono diverse tipologie di glaucoma, tuttavia sono tre quelle che si manifestano più frequentemente:
- Ad angolo aperto o cronico: è il più comune ed è provocato da un restringimento delle vie di deflusso dell'umor acqueo che causa un aumento della pressione oculare. La sua evoluzione è lenta e non dà luogo a particolari sintomi
- Ad angolo chiuso o acuto: si manifesta all'improvviso con una sintomatologia severa che include forte dolore, nausea, vomito, vista ridotta e infiammazione oculare
- Congenito: solitamente compare già dalla nascita o nei primi anni di vita. L'occhio assume dimensioni molto grandi per via della pressione oculare. Il paziente può soffrire di lacrimazione eccessiva, strabismo, sensibilità alla luce, occhi che si muovono a scatti.
Esistono, poi, forme di glaucoma secondarie che si sviluppano come conseguenza di altri disturbi quali diabete, ipertensione arteriosa, tumori dell'occhio o endocranici.
Cause e fattori di rischio del glaucoma
Il glaucoma è la prima causa di cecità irreversibile in tutto il mondo. Essa è la conseguenza di un aumento della pressione intraoculare dovuto ad una eccessiva produzione o ad un ostacolo al deflusso dell'umor acqueo. La compressione all'interno del bulbo oculare provoca un danno vascolare e la morte delle fibre nervose.
Afferma Michele Iester, ordinario di Malattie dell'apparato visivo presso l'Università di Genova: «L'età avanzata, la pressione oculare elevata, la miopia, la familiarità sono i più importanti fattori di rischio di questa patologia». Attenzione anche all'ipertensione, al diabete, ai pregressi traumi oculari e all'uso prolungato di corticosteroidi.
«Chi è miope o chi ha casi di glaucoma in famiglia - continua Iester - è portato a farsi visitare da uno specialista perché sa di essere a rischio. Il problema riguarda il resto della popolazione che invece sottovaluta il pericolo e non si sottopone ai dovuti controlli. Spesso ci si reca dall'oculista quando si sbatte contro una porta o si cade a terra per effetto di un campo visivo che va riducendosi. Ma, in questi casi, è troppo tardi».
I sei sintomi del glaucoma
Il glaucomo spesso viene definito "ladro silenzioso della vista" poiché, come abbiamo visto, la sintomatologia quasi mai è evidente. Tuttavia è bene non sottovalutare sei sintomi, soprattutto quando questi compaiono all'improvviso:
- Alterazioni del campo visivo (calo dell'acuità visiva, visione di aloni attorno alle sorgenti luminose
- Dolore spontaneo
- Cefalea
- Infiammazione oculare
- Nausea
- Vomito
Diagnosi e terapia del glaucoma
La visita oculistica resta l'unico metodo efficace per diagnosticare in tempo il glaucoma e per poter mettere in atto tutte le possibili strategie terapeutiche atte a conservare un residuo visivo adeguato a poter condurre una vita senza eccessivi problemi. Lo specialista rileva una pressione oculare generalmente superiore a 21 mmHg, tuttavia questo criterio non è indispensabile per la diagnosi. Quest'ultima viene confermata dalla presenza di alterazioni del nervo ottico e del campo visivo.
«Il 4% della popolazione oltre i 40 anni - afferma il professore Luca Rossetti - ha una pressione oculare elevata senza presentare però alcun segno clinico della malattia e studi clinici, condotti sia in USA che in Europa, hanno evidenziato che solo il 10-15% di questi individui svilupperà un iniziale segno di glaucoma nell'arco di cinque anni dalla prima osservazione e che, pertanto, solo una fetta di tali soggetti si avvantaggerà di una terapia ipotonizzante per prevenire lo sviluppo della patologia».
Il trattamento di prima scelta consiste nell'instillazione di colliri ipotonizzanti con regolarità e continuità al fine di mantenere costante la pressione
nell'arco delle ventriquattro ore. Se i farmaci non fanno effetto, si opta per la chirurgia incisionale oppure tramite laser, anche se quest'ultima opzione alle volte non è duratura.Leggi anche:
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