
I condomini di un palazzo di via Santa Maria Valle a due passi dal Duomo avevano già dovuto fare i conti con una presenza ingombrante: Alberto Genovese, il fondatore di Facile.it, che proprio qui aveva iniziato la sua tradizione di feste e di droghe. Dopo il trasloco di Genovese si sono trovati a fare i conti con un altro ostacolo a una vita tranquilla: la trasformazione di un appartamento al primo piano in un triplice B&B, con le conseguenze ormai note e consuete del flusso costante di turisti. Una bega comune a molti milanesi, che spesso però devono rassegnarsi al business degli affitti brevi. Qui invece una sentenza innovativa del tribunale di Milano ordina la chiusura entro trenta giorni dell'attività, con una penale di cento euro per ogni giorno di ritardo per ognuno dei tre mini-appartamenti. Anche se non c'è prova che il divieto previsto dal regolamento condominiale fosse stato trascritto al catasto, e quindi gli acquirenti dell'appartamento ne fossero al corrente, sono le «regole generali di comportamento che disciplinano la civile convivenza» ad impedire l'insediamento cmassiccio di B&B.
Il regolamento condominiale di via Santa Maria Valle 1, risalente al 1955, ovviamente non vietava espressamente i B&B, che allora non esistevano: ma per tutelare il decoro dello stabile proibiva espressamente di adibire gli appartamenti, oltre che ad attività di «macelleria, friggitoria, rivendita di pesce o mescita di vino», nonché a «sanatori, gabinetti per la cura di malattie infettive e contagiose, circoli, scuole di musica, di canto, di ballo, di ginnastica, di scherma, agenzie di pegno», anche a «case di alloggio» o «camere ammobiliate»: a quest'ultima norma si erano appellati per analogia i condomini, difesi dall'avvocato Gianluca Lanza, per ottenere dal tribunale lo stop all'attività (dopo avere cercato invano di risolvere la vertenza con una mediazione andata a sbattere contro l'ostinazione dei proprietari). Ma, anche a prescindere dal regolamento condominiale, i tre B&B - pubblicizzati su una piattaforma del settore con prezzi fino a 400 euro a notte - erano fuori legge. Nella sentenza del giudice Sabrina Bocconcello vengono descritte nei dettagli le conseguenze sgradevoli che l'inaugurazione dei tre appartamenti aveva portato agli abitanti del palazzo: «I continui arrivi e partenze a tutte le ore del giorno e della notte, gli assembramenti nell'atrio condominiale, il rumore da trascinamento delle valigie, il vociare degli ospiti agli arrivi e alle partenze, l'errata raccolta differenziata dei rifiuti, l'abbandono di sacchi della spazzatura sul pianerottolo».
Una descrizione non diversa da quella che farebbero altri milanesi cui è toccato convivere con questi alberghi improvvisati, ma la giudice Bocconcello - a differenza di altri giudici - ritiene che in questo caso sia stata violata la legge: «È quindi accertata l'idoneità in concreto della destinazione contestata a pregiudicare il pericolo di danno allo stabile e agli abitanti di esso e il decoro alla casa, ovvero il decoro e la tranquillità del Condominio, dove per decoro deve intendersi quell'insieme di comportamenti di convivenza civile e di rispetto per gli altri che consentono una vita dignitosa all'interno del Condominio».
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