"Adesso basta. Mi pento amaramente di non aver sollevato un casino da subito. Per rispetto del lavoro dei miei colleghi. Per mancanza di rispetto per gran parte di coloro che scrivono per mestiere. Perché articoli così fanno male ad una scuola. A prescindere. Ringrazio tutti quelli che mi conoscono e mi stanno contattando per esprimere solidarietà, rimasti semplicemente basiti per quanto riportato oggi su Repubblica". Un lungo post su Facebook per esprimere tutto il suo rammarico per una vicenda che lo stesso protagonista ha definito paradossale. Le parole sono quelle di Gino Giannetti, professore di un liceo artistico di Palermo,indagato dalla Digos perché avrebbe detto ai suoi alunni che nei lager nazisti ci sarebbero state delle piscine per far divertire gli ebrei. "Non sono di sinistra - dice -. Sono comunista. I lager sono stati liberati dalla gloriosa Armata Rossa e non dagli americani. Mio nonno ha combattuto la Germania Nazista per 5 anni, mentre in Italia i vostri nonni, con un livello probabilistico molto alto, alzavano il braccio teso anche dopo le leggi razziali". E poi prosegue: "I miei studenti sono stati invitati a vedere il film "l'onda" o leggere la grafica novel "Mause". Tra le tante cose. Per farli ragionare, non indottrinare. Sono stato ingenuo a non pensare che tutto mi sarebbe stato rigirato contro per dei voti negativi? Non me ne vergogno affatto. E sono stati loro a scegliere la traccia da sviluppare".
Il docente non ci sta alle accuse che gli sono piovute addosso e le rimanda al mittente. "Io, che ero fascista, a scuola, l'ho saputo per ultimo. Che si decidessero una buona volta a dire se li ho invitati a votare Casapound, come riportato nella denuncia, o Forza Nuova, come riportato nell'articolo". In un altro post scrive: "Sfido chiunque a dimostrare che io conosca, anche solo di sfuggita, anche un solo rappresentante di Forza Nuova, a Palermo in particolare. Uno solo. Poi allora potranno anche avere un minimo di credibilità le alunne che mi hanno denunciato. L'unico contatto che ebbi con il più notorio forzanovista di Palermo fu 18 anni or sono con un lancio di uova alle spalle. Reagii. Ero solo, in corso Vittorio Emanuele. Loro erano in quattro...il resto ordinaria amministrazione".
Poi l'affondo al quotidiano. "Ultima cosa: ma voi leggete ancora Repubblica? Ah, i miei complimenti sinceri per aver sfirniciato (controllato con dovizia di cura, ndr) tutto il mio profilo su Facebook per cercare una foto con un pizzo che rendesse più credibile l'articolo.
Lo portavo cinque anni fa. C'è chi vive e chi guarda la vita degli altri dietro uno schermo. Io sono dalla parte di chi vive e lotta. Un abbraccio a chi mi sta dimostrando il suo affetto. Senza, sinceramente, sarebbe veramente dura".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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