Si chiama “Pablito” l’operazione messa a segno dai carabinieri di Misilmeri, a Palermo e che ha smantellato una rete criminale dedita allo spaccio di droga. Un’indagine durante la quale è emersa una capillare organizzazione che aveva come destinatari numerosi ragazzi tra i quali anche minorenni. Andiamo con ordine. Le indagini, condotte dalla Compagnia di Misilmeri, sono iniziate nel dicembre del 2017 con pedinamenti e servizi di osservazione.
"I pusher attivi sul centro abitato di Misilmeri -hanno spiegato i militari di Misilmeri- facevano capo a Baiamonte il quale, dopo essersi rifornito di ingenti quantitativi di hashish da alcuni 'grossisti' palermitani tra i quali Pizzo e Algozzino nei quartieri dello Sperone e della Guadagna, provvedeva a confezionare lo stupefacente in singole dosi, che poi le consegnava ai suoi fidati pusher che ne curavano lo spaccio al dettaglio su due principali piazze di Misilmeri”.
Oltre seicento gli episodi gli episodi di spaccio accertati in soli 5 mesi. Era sempre una telefonata a precedere l’incontro fra il pusher e il cliente per concordare il luogo dell’incontro e il tipo di droga oggetto dello scambio. La tipologia dello stupefacente da portare all’appuntamento veniva chiamata con termini convenzionali come “croccantini”, “cose marroni”, “lenticchie”, “quelle cose”, “pigiamini”.
Al termine delle indagini condotte dalla procura di Termini Imerese sono finiti in carcere Salvatore Baiamonte di 47 anni, Matteo Algozzino di 41 anni, Giuseppe Pizzo di 25 anni. Ai domiciliari il 31enne Pietro Perez.
Per gli altri tre indagati è scattato l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Un altro indagato attualmente ha compiuto il 18esimo anno di età, ma all’epoca dei fatti era minorenne e pertanto è stato condotto al carcere minorile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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