Si torna a parlare della Blutec di Termini Imerese perché un operaio ha messo la sua tenda davanti ai cancelli dello stabilimento ex Fiat e ha deciso di non muoversi fino a quando la sua situazione non sarà risolta. Vito La Mattina, operaio di 52 anni della Blutec, da ieri ha deciso di stare in pianta stabile davanti al cancello della fabbrica che per 25 anni gli ha dato un lavoro (la Fiat) e quella che negli ultimi cinque anni, invece, gli ha regalo una speranza - il ritorno al lavoro - e tante illusioni (la Blutec). La situazione dello stabilimento di Termini Imerese non è affatto semplice. Da un lato, l’auspicio che sia presto definito il piano industriale dell’amministratore giudiziario per far partire i cicli produttivi e che, nel frattempo, lo Stato garantisca gli ammortizzatori sociali. Dall’altro, la disponibilità a verificare se sia possibile ricorrere a strumenti europei per accompagnare la riconversione professionale di lavoratori che dovessero poi ritrovarsi esclusi. "Non ce la faccio più, starò qui fino a quando non mi faranno lavorare. Ho dovuto chiudere casa per i debiti, mandando moglie e figli da mia madre", ha detto all'Ansa. La Mattina, come tutti gli altri operai ex Fiat, attende di conoscere il proprio futuro, appeso ad un sottilissimo filo, dopo che lo stabilimento e tutta l'attività è stata bloccata dall’inchiesta che a marzo ha portato in cella i vertici dell’azienda.
La vicenda ha previsto un accordo tra il Mise e Blutec per la reindustrializzazione e l’avvio di un nuovo ciclo produttivo con l’assorbimento dei lavoratori. Da cinque anni, da quando la Blutec ha rilevato l’azienda dalla Fiat, per i lavoratori c’è stato solo cassa integrazione e tante promesse. Adesso invece, alla guida c'è un’amministrazione giudiziaria che dovrà mettere in campo un piano industriale che garantisca gli ammortizzatori sociali e metta l’azienda in condizione di funzionare e ricevere commesse.
"La situazione che si è determinata a Termini Imerese è inaccettabile, i lavoratori della Blutec sono esasperati per il mancato pagamento della cassa integrazione dal 30 aprile scorso", spiegano in una nota congiunta Fim, Fiom e Uilm.
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