Il nucleare? «Unenergia pulita e sicura». Non lo dice uno qualsiasi, ma Patrick Moore, colui che è considerato uno dei padri di Greenpeace. Il dubbio di aver sentito male è lecito ma Moore non lascia dubbi. «Il nucleare non solo è buono ma fa anche bene, e soprattutto allItalia - continua Moore - che non ha giacimenti di combustibili fossili». Lo ha detto ieri a Roma nellauditorium dellEnel.
Ma come uno dei padri di Greenpeace che parla bene del nucleare? Il movimento ambientalista si è affrettato a dissociarsi, «Patrick Moore semina spesso e volentieri informazioni false - fa sapere lorganizzazione -: si è allontanato da noi dal 1985 a causa di gravi dissensi». Insomma per Greenpeace si tratta di un ex-ambientalista.
Patrick Moore sembra però sapere quel che dice: «In questo momento storico abbiamo il livello di CO2 più basso della storia a livello mondiale e non cè la prova che lambiente cambi per colpa delluomo. E se non abbiamo paura quando saliamo sulle nostre auto - continua - nonostante ogni anno muoia in incidenti stradali oltre un milione di persone non dobbiamo aver paura di avere una centrale nucleare vicino a casa». Parlando del Bel Paese Patrick Moore ha spiegato che leolico e il solare sono troppo costosi in rapporto al contributo che sono in grado di dare e che in un Paese come il nostro il nucleare è una soluzione necessaria. A sostegno della sua tesi ha spiegato che nel mondo l85% di tutte le energie viene da fonti fossili, il 7% dal nucleare e il 7% dallidroelettrico, tutte le altre energie rinnovabili messe insieme arrivano solo all1%.
La replica di Greenpeace è dura: «Moore viene finanziato da molti anni dalle industrie del legname e del nucleare e i suoi calcoli sulla riduzione del CO2 grazie allutilizzo dellatomo sono sbagliati. Pur raddoppiando il numero di reattori che ci sono oggi sul pianeta il taglio delle emissioni non sarebbe superiore al 5 per cento».
Dopo essersi preso del venduto e del furfante Patrick Moore si leva qualche sassolino dalle scarpe: «Ho lasciato Greenpeace perché a un certo punto ha abbandonato la scienza e la logica, fino a quando si trattava di salvare le balene era semplice ma oggi lorganizzazione ha scelto la via della disinformazione, del sensazionalismo e della paura.
mario.cucchi@ilgiornale.it
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